Cosa è davvero importante nella vita? Cosa rende le nostre esistenze realmente degne di essere vissute fino all'ultimo istante? Arno Geiger affronta queste domande in filigrana al racconto di suo padre August. . "Qui tra noi c'è qualcosa che mi ha portato ad aprirmi al mondo. E per così dire il contrario di quello che dicono di solito della malattia di Alzheimer, e cioè che tronca i rapporti. A volte si stringono rapporti", annota Arno.
"Per mio padre, l'Alzheimer non è stato certo un vantaggio, ma per i suoi figli e nipoti è stato anche istruttivo, in diverse occasioni. In fondo, il compito dei genitori consiste nel far capire qualcosa ai figli. La vecchiaia come ultima tappa della vita è una forma di cultura che cambia in continuazione e va reimparata ogni volta. E quando un padre non ha più altro da insegnare ai suoi figli, può ancora insegnare cosa significhi essere vecchi e malati. Il rapporto padre-figlio può voler dire anche questo, in buone condizioni. Perchè la rivincita sulla morte si può esercitare solo quando si è ancora in vita.... adesso non guardo più al futuro con ansia come facevo un tempo. Non lo vedo più così cupo. Con calma, in attesa.... Si dice: chi ha tempo di aspettare può diventare re."
p: "Non so come andrà avanti".
f: "Penserò io a tutto".
p:"Non dovete dimenticarmi. Sarebbe ingiusto".
f:"Non lo faremo".
p:"Sai, non è così facile!".
f:"Non ti dimenticheremo di certo, in nessun caso".
