Listen

Description

Atrani è un meraviglioso centro abitato della Costiera Amalfitana che ha mantenuto le caratteristiche del borgo di pescatori. Il suo centro storico racchiude poche attrazioni, ma i suoi vicoletti, i cortili, le piazze, e le tipiche case del posto - chiamate scalinatelle - valgono sicuramente una visita! Infatti è inserito nella lista dei borghi più belli d’Italia ed è stato dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità.
Una particolarità di Atrani è legata al luogo in cui è situato il borgo: la valle del Dragone, chiamata così perché, si dice, vi si nascondesse un drago.
La creatura era un enorme rettile che camminava su quattro zampe, con una pericolosa coda uncinata e due grandi ali, come di pipistrello. Si aggirava per la valle, ruggendo a qualunque cosa gli si parasse davanti. Aggrediva gli uomini e gli bruciava con le fiamme che sprigionava dalle fauci.
Gli abitanti della valle si erano rifugiati sulla costa e non intendevano più avventurarsi nell’entroterra, perché i pochi che lo facevano non ritornavano. Le cose andarono avanti così per qualche anno, finché un giovane pescatore non si fece coraggio e partì verso la vallata, determinato a sconfiggere il mostro.
Il ragazzo si avventurò sulle montagne, le valicò e raggiunse un fiume che seguì, fin dentro al folto della foresta. C’era buio sotto alle chiome degli alberi, e silenzio, un silenzio assordante. L’erba non frusciava al vento, i grilli non frinivano, nessun uccello o animale si muoveva. Il pescatore comprese che il drago doveva essere lì vicino, e perciò si acquattò e avanzò guardingo.
Trovò il mostro poco più avanti, addormentato al centro di una radura. Russava in maniera tremenda e se ne stava disteso su di un fianco perché aveva una lancia conficcata nel costato. Il pescatore vide che il drago soffriva per quella ferita e, nel sonno, agitava le zampe, cercando di rimuovere la lancia.
Preso da empatia, il ragazzo raggiunse il drago e, anziché ucciderlo, lo liberò dalla lancia. La creatura si risvegliò d’improvviso e tossì delle grandi nuvole di fumo nell’aria, poi si voltò e fissò il pescatore. Il giovane spezzò la lancia che teneva tra le mani e la gettò via per far capire che non voleva fare del male.
Sorprendentemente, il drago non lo attaccò. Anzi, gli venne accanto e gli strusciò la testa sul petto, in segno di ringraziamento. Dopodiché spalancò le ali e volò via.
Tornato al villaggio, il pescatore raccontò quanto era accaduto. Forse un cacciatore, giudicando il drago pericoloso per via del suo aspetto, lo aveva attaccato, e la bestia, da quel momento, aveva avuto paura dell’uomo. Ma ora il terrore era finito e la gente poteva tornare tranquilla ad abitare la vallata.
Non ci è dato sapere se la casa del giovane pescatore fosse proprio ad Atrani, ma a noi piace pensarla così. Se passerete da questo incredibile borgo marino, provate a chiedere in giro. Magari qualcuno saprà dirvi se questa storia è davvero accaduta da quelle parti.