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Venzone, unico borgo fortificato trecentesco del Friuli, perfettamente ristrutturato, è stato dichiarato Monumento Nazionale. Stretto tra le valli del fiume Tagliamento e Canal di Ferro, fa parte del Parco naturale delle Prealpi Giulie. Venzone è sempre stato un punto di passaggio verso i paesi del Nord, fin dai tempi dei Celti. Le imponenti mura medioevali custodiscono opere architettoniche e tracce di varie epoche storiche. Il Municipio è un elegante esempio di palazzo gotico-veneziano, Casa Marcurele, invece, è la costruzione più antica del borgo e risale al IX secolo. Addentrandosi tra le vie, si ammirano una serie di edifici nobiliari tra i quali, Palazzo degli Scaligeri e Palazzo Orgnani Martina, ora sede dei musei del borgo. Ma è il Duomo romanico-gotico che richiama soprattutto l’attenzione, per due particolari ragioni.
Il primo riguarda la presenza di 40 mummie. Custodite nel sagrato, all’interno della Cappella di San Michele, estratte dalle tombe durante il restauro della chiesa. Le salme hanno subito una mummificazione naturale, per via di una muffa che disidrata i tessuti e ne impedisce la loro decomposizione.
Il secondo motivo è ancora più intrigante e riguarda invece una leggenda che fa alzare gli occhi verso l’alto, fino al campanile del Duomo, in un tempo in cui la torre campanaria non era ancora stata completata.
In paese si racconta che i cittadini di quell’epoca lontana decisero di ornare la guglia del campanile con una palla d’oro, sulla quale sarebbe stata innalzata la croce. Gli abitanti di Verzone affidarono il lavoro a un rinomato artigiano di Udine, il quale terminò la sua opera nei tempi pattuiti, forgiando una palla d’oro a regola d’arte. Alla consegna, però, i cittadini si resero conto di non avere il denaro sufficiente per pagare la somma pattuita. Così, il rinomato artigiano di Udine dovette accontentarsi di una somma esigua, pari ad un terzo di quanto gli spettava. Così l’uomo attese la notte per vendicarsi. Salì sulla torre campanaria e sostituì la palla con una zucca dipinta d’oro. Poi se la svignò, oltre le mura di Venzone.
Nei giorni seguenti gli abitanti notarono particolari mutazioni nell’opera d’artigianato; perdeva colore e cambiava forma. Era per caso frutto di una stregoneria? Una mattina, il mistero si svelò. La zucca si staccò dalla cima del campanile e cadde con un tonfo, spappolandosi al suolo. Subito le guardie, su ordine del Consiglio, cercarono di nascondere quei pezzi marci, ma ormai il misero era svelato. Le voci si diffusero rapidamente oltre le mura del borgo e raggiunsero i paesi vicini. Da cui echeggiarono per giorni sonore risate di scherno.
Da quella volta, a fine Ottobre Venzone si popola di nobildonne, cavalieri, musicisti e artigiani. Il borgo rivive la sua atmosfera medievale, per il gran divertimento della Festa della Zucca, che stavolta non cadrà dall’alto...