Palazzo Savioli, luogo di infuocate passioni! Anche Bologna ha avuto le sue celebrità: divi e divine che furono raccontati e riveriti in lettere, diari, romanzi e film. Tra i grandi amori ottocenteschi che hanno infiammato la città si celebra qui quello tormentato di Lord Byron per la giovane contessa ravennate Teresa Gamba Guiccioli. A Palazzo Savioli, i due s’incontrarono per la prima volta
“Bologna, 25 agosto 1819
Ho letto questo libro nel tuo giardino: - amore mio eri assente, altrimenti non avrei potuto leggerlo. È un mio libro preferito. Non capirai queste parole inglesi e altri non le capiranno, il che è il motivo per cui non le ho scarabocchiate in italiano. Ma riconoscerai la calligrafia di colui che ti ha amato appassionatamente e divinerai che, su un libro che era tuo, ha potuto solo pensare all’amore. In quella parola, bella in tutte le lingue ma soprattutto nella tua – Amor mio – è compresa la mia esistenza. Sento che esisto qui e che esisterò dopo - a quale scopo deciderai tu; il mio destino è con te e tu sei una donna, diciottenne, e da due anni uscita dal convento, vorrei che tu fossi rimasta lì con tutto il mio cuore o almeno che non ti avessi incontrato già maritata. Ma ormai è troppo tardi. Ti amo e tu mi ami - almeno lo dici e agisci come se lo fossi, il che per me è di grande conforto. Ma io ancor più ti amo e non posso smettere di amarti. Pensa a me, a volte, quando le Alpi o l’oceano ci divideranno ma non lo faranno mai a meno che tu non voglia. Byron”
Lord Byron, Lettere alla contessa Teresa Guiccioli
©Elleboro editore - Lorenzo Notte