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Non è semplice chiudere i conti con qualcuno quando riconosciamo di essere stati offesi, denigrati, derubati e traditi. Soprattutto quando è la conseguenza del voler essere giusti e corretti e soprattutto quando non c’è nessuna richiesta di perdono. Pensiamo alle ingiustizie sul lavoro? Al prezzo da pagare per non essersi piegato all’irregolarità? Pensiamo alle accuse ingiuste subite in famiglia, dai vicini o da fratelli e sorelle persino nella chiesa? Fratelli e sorelle possiamo comprendere la qualità della nostra regalità da come reagiamo a queste ingiustizie. Se siamo persi nell’amarezza, nella sfiducia, nell’impasse e nell’auto-compiangimento abbiamo ancora dei conti in sospeso.

Lettura della Parola di Dio (2 Samuele 19,16-43) e predicazione dell’evangelo: “Regalità senza conti aperti”

1. L’affronto che non puoi mantenere (16-23)
2. La vicinanza a cui non puoi rinunciare (24-30)
3. L’eredità che non puoi sprecare (31-43)