Quando gli chiedono come vorrebbe essere ricordato, lui risponde: «Come lo stacanovista della cazzata».
Dall’arrivo a Roma in motocicletta, dove il suo primo lavoro era portare il caffè a Silvana Mangano alle tre del mattino, ai venti film con Paolo Villaggio, con cui aveva un’intesa talmente perfetta che bastava un solo pensiero perché ci si capisse, in questa intervista a Malcom Pagani Neri Parenti racconta cinquant’anni di carriera sul set e di come, secondo lui, per finire a fare cinema ci voglia «una botta di culo».
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