Seconda Pillola sul sul pasticciaccio brutto del cashback: parliamo di come si valutano le politiche economiche e di come si potrebbe contrastare l'evasione fiscale.Nel video precedente abbiamo visto come funziona il cashback e perché non funziona. Ma come dovremmo affrontare la politica economica? Il primo strumento facile e ovvio è l’analisi costi/benefici. Una nuova misura dovrebbe portare benefici superiori ai costi per metterla in pratica. Un asilo nido, che consente a una famiglia di avere 2 genitori che lavorano è un ottima misura, perché il costo dell’asilo è più che compensato dal contributo che da al benessere della collettività dare la possibilità di lavorare a più persone che vogliono farlo. E spesso si tratta di donne. Per il cashback sembra che sia difficile se non possibile giudicare in modo puntuale. Dunque avete già una risposta: se non posso sapere se una misura funziona, non dovrei impegnare miliardi di soldi dei contribuenti per fare un tentativo. Aggiungete a questo le considerazioni della pillola 1 in cui spieghiamo perché non può funzionare. Cosa abbiamo invece? Giornali e media pieni di gente che difende l’indifendibile. Perché? Perché le cose ovvie che dico in questo video non sono largamente accettate? Perché l’informazione che ha il pubblico non è completa, spesso non è corretta ed è inquinata da troppa propaganda politica. Ma restiamo alla politica economica e riprendiamo il genio del male che nella pillola uno pensava che il cashback funzionasse perché allo stato “costa” il 10% degli acquisti e “rende” un 30-40% in tasse. Cosa non va in questo ragionamento? A parte che è falso che renda tasse, come spiegato nella pillola 1 il punto è che lo stato non deve pareggiare i conti. Non è un’azienda. Lo stato deve fare cose che tornano utili per la collettività. Se lo stato spende 10 e poi ricava 10 di tasse senza fare qualcosa di utile vuol dire che ha intermediato 20 euro di troppo.Politica Economica è una locuzione fatta di 2 parole e una delle 2 è politica. In larga misura riguardo all’economia politica significa togliere a qualcuno per dare a qualcun altro. Se lo stato tassa 10 e spende sempre 10 sembra che non cambi nulla. In realtà qualcuno ha dato 10 di tasse e qualcun altro ha ricevuto 10 euro di spesa. Questo complica abbastanza la storia dei costi e benefici. Perché magari per qualcuno il beneficio di pagare stipendi ai dipendenti Alitalia è superiore al costo di impiegare 30 miliardi delle nostre tasse per tenere in vita un’azienda in perdita. E’ giusto? E? sbagliato? Non è né giusto né sbagliato è razionale sul piano politico. Non possiamo dire con una formula matematica se una politica è giusta è sbagliata. Possiamo dire quanto costa, chi paga il conto e poi lasciamo alla democrazia stabilire se ne vale la pena. Il problema il più delle volte è accertarsi che l’informazione che ha il pubblico sia corretta, completa e che tutti abbiano gli strumenti per utilizzarla. Insomma, la politica economica dovrebbe servire a qualcosa. Quella che non serve a niente, toglie a tizio per dare a caio è poco economica e molto politica. Dopo aver distrutto proviamo a costruire.Se vogliamo combattere l’evasione fiscale c’è un segreto incredibile tanto segreto che lo applicano in tutto il mondo: fare i controlli e multare chi infrange le regole. Un sistema semplice, fatto di poche regole chiare, che non siano in contrasto con il tessuto economico lascia poco spazio all’evasione. Perché evadere è più costoso e meno conveniente. Dunque l’evasione si combatte rendendo il sistema più semplice, le regole meno distorsive e facendo tanti controlli. Possibile che i contanti non c’entrino nulla? In realtà c’entrano. C’è una normativa europea contro il riciclaggio di denaro che fissa dei limiti alle operazioni che si possono fare in contanti. Questa norma è utile e sufficiente e prevenire una serie di...
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