•Evelyn Glannie è una percussionista di fama mondiale, vincitrice di Grammy, titoli e onoreficienze e speaker motivazionale. A 17 anni fece l´audizione presso la royal Academy of Music di Londra: era brava ma la dissero che non l´avrebbero accettata perché non sapevano che futuro avrebbe potuto avere una musicista sorda. Forse non avevano mai sentito parlare di Beethoven. Lei gli rispose che era inaccettabile. "Se mi rifiutate per queste ragioni e non per via della capacitá di eseguire, capire e amare l´arte di creare il suono, allora dovremmo chiederci chi accettate". Alla fine, dopo un´ altra audizione dove ottenne il punteggio piú alto la accettarono. E non solo quello, cambiarono anche la loro politica rispetto alle audizioni e cosí in tutti gli istituti musicali del Regno Unito: nessuna condizione fisica poteva limitare l´ammissione. Bastava dimostrare di essere bravi a suonare. Non solo si diplomó etc ma divenne percussionista e autrice solista, una roba abbastanza difficile per un percussionista. •Insomma se la vita ci da limoni possiamo farne limonata. •Perché ci serve parlare di Resilienza? •Per ricordarci di averla e svilupparla ulteriormente. •La ritroviamo tra le soft skills necessarie, sotto il cappello del Self Management: punto 2 Apprendimento Attivo e Strategie di Apprendimento e punto 9 Resilienza, Gestione dello Stress e FlessibilitàNel descriverci quando ci proponiamo per un nuovo lavoro. Se succede qualcosa riesco a riorganizzarmi e a dar battaglia.Perché all´ennisimo rifiuto del mio Cv o dopo aver fatto un colloquio o dopo aver creduto in progetto, va tutto gambe all´aria. E allora, piangiamo, ci diciamo cose orribili (non sei capace, ma cosa continui a provarci etc), e dopo esserci abbattuti, ci tiriamo su e ci riproviamo ancora e ancora. La resilienza è il frutto delle risorse di un individuo rispetto alle proprie capacità di autoriparazione per la sopravvivenza.La letteratura scientifica dimostra che la resilienza e’ un fenomeno ordinario nell’essere umano e non stra-ordinario. E´una roba che abbiamo dentro. Lo abbiamo visto anche con lo stress, ci adattiamo e andiamo avanti. Lo abbiamo fatto negli ultimi due anni: siamo passati da baci e abbracci a stammi a 1,5 metri di distanza, cambiando le nostre abitudini e ripensando alla nostra capacitá di socializzazione. Generalmente, col il trascorrere del tempo, le persone trovano il modo di adattarsi bene a situazioni oggettivamente drammatiche. Le persone più resilienti, e che quindi spesso riescono meglio a fronteggiare le avversità della vita, hanno in comune tre caratteristiche:1.Impegno, ovvero la tendenza a lasciarsi coinvolgere nelle attività, essere partecipi, proattivi. 2.Locus of control interno, la convinzione di poter dominare gli eventi che si verificano al punto da non sentirsi in balia degli stessi;3.Gusto per le sfide, ossia predisposizione ad accettare i cambiamenti non vivendoli come problematici. Passiamo da «Oddio no!» A «ok, sará faticoso ma ce la posso fare!» Capita spesso durante i traslochi! Esistono due tipi di fattori protettivi: individuali e relazionali. Buona rete familiare di appoggio o amicale. A volte sono gli amici la nostra famiglia. Competenza socialeRelazioni significative , qualcuno su cui poter contare. Accettazione all’interno del gruppo dei pari, vale per tutti ed è essere riconosciuti dagli altri. Fattori protettiti individuali•Autoefficacia•Autostima•Consapevolezza emotiva•Ottimismo•Capacitá analitica e di pianificazione•Locus of control interno•Indipendenza•Humor•Empatiahttps://www.youtube.com/watch?v=VIlfxNHBGE8&t=292shttps://www.youtube.com/watch?v=IU3V6zNER4g&t=1728shttps://www.stateofmind.it/tag/resilienza/https://tesi.supsi.ch/1887/1/Marzi_Andrea.pdfVanistendael S., 2001, Umorismo e resilienza: il sorriso che fa vivere”. Tr. It.Cyrulink B (a cura di), 2005, Costruire la resilienza, Erikson, Trento, p. 16