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 Quanto siamo bravi a captare i segnali che ci mandano gli altri? Conosciamo qualcuno cosí bravo che riesca a captare le nostre emozioni e i nostri stati d´animo? Anche con un che c´e´,  come stai?Siamo poco abituati e ci esercitiamo poco, dietro una tastiera, poi è davvero difficile. Daniel Goleman, in Essere Leader scrive che l´interazione delle nostre individualitá fisiologiche si esplica in ogni aspetto della vita sociale e le nostre emozioni si adeguano automaticamente al registro della persona che ci sta accanto. Lo so sono partita da lontano, ma ce l´avete presente quando entrate in ufficio e senza vedere nemmeno la faccia del capo o del collega tirate fuori il machete per tagliare la tensione nell´aria? Come si fa a restare positivi e allegri, soprattutto il lunedí mattina, se intorno a noi ci sono malumori e tensioni. Non serve nemmeno che l ´altro apra bocca, basta un´alzata di sopracciglio, il tono della voce, un foglio posato sul tavolo in un certo modo. Goleman ci dice, ancora, che per i primi 15 minuti gli organismi funzionano diversamente, dopo uno scambio un interazione i profili fisiologici si corrispondono, ovvero avviene un rispecchiamento. Cosa succede se il capo è di buon umore o di cattivo umore? Quanto incidono le emozioni e gli stati d´animo del leader sugli stati d´animo di tutti gli altri? Tanto. Perché? Perché il capo è o dovrebbe essere punto di riferimento, tutti gli occhi sono puntati su di lui. Tanto piú un capo è dotato di Intelligenza emotiva, tanto piú sara´capace di creare effetti di risonanza, ovvero di entrare in sintonia sul piano emotivo con i propri collaboratori. Quindi abbiamo due aspetti che si intrecciano tra loro:La leadership e la capacitá di avere un impatto sociale. Nella definizione dello stesso WEF il lavoro di leader richiede la volontà di guidare, di farsi carico, ovvero la responsabilitá, offrire opinioni, offrire indicazioniE poi c´e´Goleman che ci parla di un leader dotato di intelligenza emotiva ovvero la capacitá di riconoscere le proprie emozioni e gestirle e la capacítá di riconoscere le emozioni dell´altro. Vedrete che nella descrizione delle caratteristiche del leader ci sono tanti punti che abbiamo giá discusso altri di cui parleremo in altre puntate e che sono competenze e conoscenze trasversali, si tratta di lavorare su di noi, come al solito. E sulle nostre emozioni, abbiamo sentito con Susanna che spesso nemmeno sappiamo riconoscere le nostre di emozioni.E poi, a tutti noi capita di occupare la posizione di leader in un ambito o in un altro: lavoro, famiglia, associazione di volontariato, gruppo di amici, nel gruppo facebook che abbiamo creato sui viaggi o sul lavoro etc. Avrete notato come, a seconda del tipo di guida da parte dell´amministratore, i gruppi siano piú o meno vivaci, piú o meno aggressivi o polemici. Daniel Goleman, - consapevolezza di sé (stato emotivo, accurata autovalutazione, fiducia in se stessi) –gestione di sé (gestione delle emozioni, trasparenza ed autenticità, adattabilità e flessibilità, orientamento al risultato, spirito di iniziativa, ottimismo)  Virginia Satir, altro mito, psicoterapeuta amercana, che si occupava soprattutto di dinamiche familiari e di quanto questo fossero simili a quelle sul lavoro, ci parla di Congruenza: quando tutto in noi corrisponde: il pensiero, quello che diciamo, il tono di voce, la postura etc. Siamo trasperenti, cioè come direbbe l´analisi transazionale non stiamo giocando a un giocho psicologico ma stiamo comunicando in maniera autentica. – comunicazione interpersonale (empatia, capacità di ascolto, motivazione e coinvolgimento, apertura al dialogo ed alla reciproca influenza, sostegno allo sviluppo, orientamento al cliente)– gestione dei rapporti interpersonali  (leadership ispiratrice, l’essere agenti di cambiamento, sostegno dell’appartenenza, della collaborazione e del lavoro di gruppo, creazione di legami interpersonali(continued)