Ben tornati a Coach for breakfast nuova stagione!Da oggi mi trovate anche su chiaramarturano.com su Instagram e LinkedIN come chiaramarturano Se vi piace il podcast e avete voglia di sostenerlo, potete farlo offrendomi un caffè su kofi https://ko-fi.com/chiaramarturano e potremo passare un' ora insieme parlando di lavoro e crescita personale. Nemmeno per un attimo mi pento di esser vissuto per il piacere. L’ho fatto fino in fondo, come si dovrebbe fare fino in fondo tutto ciò che si fa. Non vi fu piacere che io non provassi. Gettai la perla della mia anima in una coppa di vino; scesi il sentiero fiorito accompagnandomi con la musica dei flauti; vissi dei favi del miele. Ma continuare così sarebbe stato un errore, perché avrebbe costituito un limite. Dovevo passare oltre. Anche l’altra metà del giardino mi riserbava i suoi segreti. (Oscar Wilde)E allora? Cosa ci toglie il piacere di fare le cose?Le delusioni, gli ostacoli, le mancanze, i rifiuti e le critiche oppure la routine, l´abitudine, l´ansia da futuro e le preoccupazioni in generale che ci distraggono da ció che stiamo facendo. E lo so che nel ripensare al proprio lavoro e alle bollette da pagare è sempre difficile pensare al lavoro come a qualcosa di piacevole, specie per la generazione dei 40/50 che il lavoro era fatica e sudore, devi fare il tuo dovere, sostenere la famiglia etc. Siamo cresciuti con questi grossi devo «prima il dovere e poi il piacere»: quando diventi adulto il piacere viene rimandato a data da destinarsi altrimenti diventi un irresponsabile. Ma rimandandolo, mi chiedo e vi chiedo, a che punto della lista, delle nostre priorítá lo abbiamo relegato? Il piacere di essere assorbiti in ció che facciamo, ne avevamo parlato con il flow, il gustarsi la preparazione, ma sí anche quell´ansia da prestazione che fa parte del gioco. Per molti il lavoro è tutto fuorché piacevole. Come potremmo fare, allora, per trasformarlo?Come al solito dipende da tanti fattori: l´ambiente, le persone che ne fanno parte, il tipo di lavoro, cioè il cosa faccio. Quindi contesto e contenuto. E poi?Detto questo: qual è il nostro stato mentale? Il mindset? Il piacere si ha quando sono soddisfatti i nostri bisogni di base, ve lo ricordate Maslow, caro Abramo che tutto sapeva! In particolare sul lavoro, troviamo:Appartenenza. Stare insieme e cooperare in modo costruttivo con le altre persone, scambiarsi opinioni, sentirsi accettati e protetti.Autoaffermazione. Riuscire ad operare in maniera autonoma. Creativitá e progettazione. La necessità di esplorare, conoscere cose nuove e svolgere diverse attività nel tempoCome si ritrova il piacere? E allora 7 fattori e strategie per ritrovarlo (alcuni ripresi dal libro il piacere di lavorare di Piccinino).1.Considerare il lavoro come un´opportunità, anche in un lavoro che ci siamo trovati a scegliere. un´opportunitá di apprendimento, un qualcosa che ci dia lo spazio per coltivare i nostri sogni e desideri, sapendo di avere la garanzia di quell´entrata. 2.Scegliere di fare il proprio lavoro con passione, facendolo bene. Si puó sempre scegliere se lavorare bene o male, stiamo parlando di mindset, oppure di sciabattare e lasciare che il lavoro ci accartocci.3.Quindi recuperare la responsabilitá e il controllo del proprio Sé. 4. Ancora, ritagliarsi degli spazi di autonomia decisionale o pratica. Darsi quindi la possibilitá di fare da sé5. Equilibrio tra vita professionale e personale. 6. E questo ci porta al punto numero 6 ovvero la visione del lavoro, il senso del lavoro che facciamo.7. Il punto di vista alieno«Nutre la mente soltanto ciò che la rallegra», scriveva Agostino nel XIII libro delle Confessioni, indicando che è ciò che dà gioia che muo- ve la nostra attenzione, il nostro cuore, la nostra mente. Provate a pensare a qualcosa che vi è sempre piaciuto, che vi dava gusto e datevi una nuova possibilità, guardandolo con occhi nuovi. Con i bimbi piccol(continued)