"O' presidente sta 'ncazzato!": è laconico il commento del cerimoniere del palazzo del Quirinale la mattina del 15 giugno 1978. A chi gli chiede cosa ci sia all'orizzonte, il cerimoniere scuote la testa e borbotta in napoletano. No, non sarà una giornata come le altre nel luogo simbolo della Presidenza della Repubblica. Giovanni Leone sta per incassare l'ultimo colpo, quello che lo spingerà definitivamente alle dimissioni. Sarà la seconda volta nella storia dell'ancora giovane Repubblica Italiana - il precedente è quello di Antonio Segni, che abbandonò l'incarico a causa di una trombosi che ne minò la salute nei giorni caldi delle discussioni sullo scandalo De Lorenzo - ma stavolta il contorno è diverso. Non ci sono impedimenti fisici alla base della decisione: il problema è essenzialmente politico.
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