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Luciano Dottarelli concentra le sue riflessioni sull'episodio in cui Sigmund Freud dimenticò il nome del pittore, dopo aver ammirato i meravigliosi affreschi nel Duomo di Orvieto durante il suo soggiorno del 1897. Numerosi studiosi si sono cimentati su questo caso, trasformandosi in una sorta di "detective dell'anima" nel tentativo di trovare una spiegazione più convincente, profonda e in linea con il pensiero freudiano rispetto a quella, non priva di contraddizioni e omissioni, fornita dallo stesso padre della psicoanalisi.



"Durante un anno di straordinaria creatività, l'incontro con i capolavori di Luca Signorelli e con le tombe etrusche dischiudeva davanti agli occhi di Freud una miscela di luce e ombra, amore e odio, eternità e morte, elementi che compongono la vita di ogni essere umano. Una sorta di 'ombelico del sogno', un nodo che non si può mai sciogliere del tutto, i cui fili essenziali Freud avrebbe comunque riconosciuto nelle esperienze fondamentali dell'amore e della morte. Qui risiede, forse, il valore e la credibilità della sua avventura intellettuale."



Nell'intervista Luciano Dottarelli spiega con grande entusiasmo i retroscena di questo famoso evento. Come è nato e le possibili spiegazioni al fenomeno.



Una intervista tutta da ascoltare e condividere che forse contiene anche un po' di gossip su Freud