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"“Che razza di diavoleria sei andato a sgraffignare, vecchio pazzo?” Chiese a Nazar in tono assorto. Quell’energia lo attirava, ma nel corpo di Anisa non era certo di volerla toccare.

Il cane scodinzolò, come se tutto quello non gli fosse nuovo.

Nazar la fissò con un’espressione che riuscì a zittirle i pensieri in un secondo netto.

“Non è qualcosa che ho rubato, bensì un dono espressamente richiesto e generato per te, Rudy. Staren lo ha battezzato Nodo Cremisi.” Protese il braccio verso di lei, indovinandone l’esitazione. “Non hai nulla da temere. Prendila.”

La ragazza deglutì.

“Ma questo corpo…”

“Non avere paura.”

Quella rassicurazione ed il fatto che si fidasse ciecamente dell’uomo la convinsero del tutto.

Si avvicinò, e fu come una calamita attratta dal metallo.

Non ebbe neanche il tempo di toccarla: la sfera si avventò su di lei e la avvinse, avvolgendola completamente.

La luce si spense ed Anisa ricadde in terra con un tonfo… non aveva idea di quando, ma a quanto pare aveva incominciato a levitare.

Il cane le fu subito accanto, leccandole ogni centimetro del viso.

Lei rise, mentre Nazar le si accosciava di fronte toccandole una spalla.

“Tutto bene?”

“Amico mio, è stato orribile.” Anisa lo guardò ansimando, lui esaminò quella fronte imperlata di sudore ed i capelli in aria, intenerito. “Qualcosa di stupendo.”

Nazar sorrise scoprendo i denti, e quel sorriso fu così strano e lo rese così perfettamente avvenente da toglierle il fiato per un momento.

Non le parve di averlo mai visto sorridere a quel modo."

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