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"Dennis la scrutò, con i fiocchi di neve impigliati tra i capelli.

“Mi stai dicendo che… che sei venuta a cercarmi…?”

Anisa annuì.

Lui fece una smorfia, forse deluso.

Fissò dietro sé come se qualcun’altra di quelle creature potesse prenderli alle spalle.

Poi si voltò con uno scatto e disse:

“Di che cosa faccio parte, esattamente?” In un tono che la ferì.

Arrabbiato, secco.

In quel momento la sua espressione dura lo fece somigliare ad Andres.

Il ragazzo strinse i pugni e per un momento la sua energia di Lucente gli lampeggiò negli occhi.

“Dimmi, cosa c’è tra noi, Anisa? Cos’è quello che sento?! Pensavo che tutto ciò che è intercorso tra noi finora, anche prima, mentre ridevamo come idioti dividendo quella bottiglia” indicò il viale con un gesto brusco del braccio “fosse autentico.”

Anisa inclinò le labbra verso il basso. “Lo era, Dennis.”

E scoprì che, nonostante tutto, quanto aveva appena detto non era affatto una bugia.

“Davvero? Perché ti ho conosciuta soltanto ieri. Sei sbucata dal nulla e mi sembra di conoscerti da sempre, dimmi, perché? Com’è possibile una cosa simile? In che diavoleria mi stai tirando? So bene che faccio parte di un piano.” Il volto di Dennis era teso ed il suo respiro rapido e intenso. Le nuvolette di vapore attorno a lui continuarono a uscire e dilatarsi rapidamente nel vuoto, mentre la esaminava con gli occhi sgranati per la confusione. “Arrivi tu, e qualcosa dentro di me comincia a sfuggirmi di mano e poi un cazzo di tempio esplode ed appaiono dei dannatissimi mostri che provano a succhiarmi il cervello! Ti prego, sii onesta con me! Chi diavolo sei? Che cosa vuoi da me, davvero?!”

Uruz guaì, abbassando le orecchie.

Si accostò ad Anisa spingendosi sulla sua gamba, allontanandosi cautamente da Dennis.

Lei sospirò, sentendo un pietoso dolore farsi largo dentro al petto.

Sentì gli occhi inumidirsi e, per la prima volta da quando era lì in quelle vesti, si odiò."

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