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"La porta si richiuse alle loro spalle e, nello stesso momento, una miriade di luci blu simili ad uno stormo eccitato di lucciole apparve nel buio agitandosi tutt’attorno. Anisa trasalì, non avendo percepito la presenza di quegli esserini.

Per qualche tempo stette così, immobile nel buio affianco a Nazar, ad osservare le piroette che le piccole evanescenze blu disegnavano nel vuoto apparentemente eccitate – o incuriosite – per il loro arrivo.

Si chiese cosa fossero e se, in un vettore meno umano di quello che si portava attualmente addosso, lo avrebbe saputo spontaneamente come accadeva di solito. Probabilmente avrebbe percepito senza sforzo la loro presenza, e tutta l’energia magica di quel posto non gli avrebbe fatto girare la testa.

Sono fuochi fatui.” Esternò Nazar puntualmente.

Anisa rimase in silenzio osservando affascinata i microscopici esserini. Strinse gli occhi.

In un attimo, se ne ritrovò circondata: le piccole luminescenze le approdarono sui capelli, facendola ridere. Porse i palmi ed i fuochi blu si poggiarono sulle sue mani, volteggiando tutt’attorno a lei e posandosi dove trovarono un appiglio.

Nazar osservò il volto di Ansia illuminato ad intervalli da quelle luci, attendendo che la ragazza si accorgesse di un particolare che a lui era divenuto chiaro da molto tempo prima di entrare nel faro.

Alla fine, lei parlò.

“Non sono fuochi fatui qualsiasi.”

Le sembrò di percepire in Nazar un sorriso.

No, nient’affatto.”

“Sono…” Anisa si avvicinò agli occhi la piccola fiamma baluginante, con il cuore in gola.

Arith.”

A quel nome, i piccoli fuochi ardenti si staccarono dalla ragazza e si agitarono nell’aria.

Anisa seguì le loro danze con gli occhi, percependo una profonda tristezza farsi largo in lei.

“Sono davvero loro…?!”

“Sì.” "

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