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"Ma Nazar poteva morire?

Non che lei sapesse.

E perché mai si sarebbe sacrificato per quel… per quella donna? Posto che fosse una donna.

Beh, lui l’aveva chiamata… si sforzò di ricordarne il nome.

Anvil? Qualcosa del genere. Un nome femminile, le pareva.

Oh, in ogni caso contava poco.

Inoltre, anche in quel caso, non le era sembrato un fuoco fatuo qualsiasi. Proprio no.

Non che Banjouk si sarebbe interessato ad un qualunque spirito vagante .

Possibile che anche quello fosse…

Staren esitò qualche istante, dopodiché sfilò la mano sinistra dalla tunica bianca che ricopriva l’intera parte inferiore del suo corpo celandone le gambe. Anisa non poté fare a meno di studiare le trame complesse che intessevano quel materiale simile al raso, cercò di decifrare quei simboli (crittogrammi?) così simili a rune, e non ci riuscì.

La mano esitò ancora, sospesa sulla sua piccola testa bionda. Poi ci si posò con delicatezza, e la corrente elettrica che ne fluì fu così potente da farla urlare. Quando Staren staccò la mano i capelli di Anisa rimasero dritti, impregnati di elettricità statica.

L’uomo nascose nuovamente la mano in tasca, il volto sospeso tra sorpresa e incredulità.

Tu sei Rudy, per tutti i cieli” sussurrò estasiato poi, guardando la ragazza con occhi nuovi. Un sorriso incredulo si allargò sulle sue labbra. “Pensavo fossero leggende… non credevo che esistessi davvero.”

“Esisto eccome!” Replicò lei ingrugnendosi, tenendosi la testa indolenzita.

A quel punto Staren buttò la testa all’indietro e rise, e tutto attorno a loro vibrò agitando i fuochi fatui. Quella voce era insopportabile, in quel tono. Anisa era sicura che presto le pareti si sarebbero sgretolate. Osservò con spavento il sole sopra di loro aumentare di dimensioni, e le sembrò troppo grande… il calore aumentò improvvisamente, facendosi insostenibile.

Per l’appunto” sottolineò Nazar, sembrandole divertito.

Sacro Todorkhoi, placati mio padrone, distruggerai tutto!” Si inserì allarmato il gabbiano.

Ridi con me Alberto, caro mio!” Replicò l’uomo, mentre lacrime di risa gli scivolavano sul volto. “Rudy è qui. Quest’isola può ancora salvarsi!” "

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