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"-Ti aiuterò, se mi prometti di non bere.

Anvil sgranò gli occhi nell’udire la voce del Crusian.

Non lo aveva neanche sentito riavvicinarsi.

Fissò il proprio bicchiere di bianco, del quale aveva davvero una gran voglia, poi si rivolse mentalmente a Nazar.

Ma andiamo!”

-Prometti.

Esternò Nazar in un tono compiaciuto che l’Arith non gli aveva mai sentito.

Le parve… molto, molto umano.

Ne rimase colpita ed anche un po’ inquietata.

Si domandò perché e come Nazar fosse cambiato tanto radicalmente… fino a che punto. Era un po’ come non conoscerlo, in quei momenti.

La ragazza si infilò in volata il cappotto e lo seguì nella stanza attigua, che era stata un tempo la vecchia cameretta del ragazzo.

Anche quel posto era pieno zeppo di ricordi e non mancò di farla sorridere e di regalarle un altro afflusso generoso di sangue alle guance.

Eppure, nella testa dell’Arith era rimasta intatta.

Era sempre lei, l’isola speciale nella quale rifugiarsi con Nick per scordarsi momentaneamente dei sui guai… sì.

In cui fuggire, a volte.

Soltanto per un po’.

-Credo possa essere un buon momento.

Sì… lo penso anch’io.”

Anvil si accostò a Nick e appoggiò come lui i gomiti sul cornicione, spaziando con lo sguardo nel cortile condominiale e sbirciando il profilo della scuola elementare, ben visibile da lassù.

Ripensò spontaneamente a Rudy e per qualche ragione la brutta sensazione aumentò, ma la attribuì allo stress per l’addestramento.

Seguì il groviglio del fumo con gli occhi, scorgendo sul viso di Nicolas l’espressione malinconica che gli aveva intaccato lo sguardo dopo la morte del padre.

Alla fine, i loro sguardi si incontrarono e per un momento il verde in quegli occhi le parve tanto profondo da essere inaffrontabile.

Fu tentata di sviarlo ma percepì Nazar avvolgerla di calore in un gesto di incoraggiamento. La pancia ricominciò a pruderle per l’intensità di quell’energia nuova del Crusian.

-Non scappare, Anvil.

Quel tono era davvero serio. Le diede un brivido.

-Non porta mai lontano.

Ah, diavolo, sentirsi in colpa avrebbe dovuto essere il colmo per un muto, altro che per un sordo.

E no, non faceva ridere.

Aveva sempre odiato le dannate barzellette."

Effetti sonori:

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Versione cartacea\kindle:

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Voci extra:

Viola Pallotta in Denise