"L’espressione di lei cambiò. Sembrò quasi spaventata.
“Tu come fai a sapere degli…?”
Il Crusian le si avvicinò.
“Davvero mi fai una domanda simile…?”
Anvil abbassò lo sguardo, poggiata allo stipite della porta.
Nazar assunse un’espressione crucciata.
“Perché non me ne hai mai parlato…? In spiaggia.”
La ragazza riprese a fissarlo.
“… La spiaggia era reale?”
“Ma certo.”
Anvil si schiarì la voce. “Anche… il gabbiano gigante?”
L’uomo si concesse un breve sorriso.
“Il buon vecchio Alberto? Naturalmente.”
“Ero convinta che fossero soltanto sogni.”
“Non lo sono mai, bimba.”
Lei si bloccò con lo zainetto in mano e lo guardò.
“Tu mi leggi nel pensiero anche se non sei più dentro alla mia testa, sbaglio?”
“Cosa ti fa credere che io fossi all’interno della tua testa?” Domandò l’uomo, inclinando appena il capo. “Soltanto il fatto che non fossi in grado di vedermi, in precedenza?”
“Qualcosa del genere.” Anvil sciolse l’involto in cui si era aggrovigliata i capelli, che le ricaddero attorno al collo in un groviglio umido. L’odore dolce dello shampoo all’arancio che aveva utilizzato permeò la stanza.
“Non dovresti passare tanto tempo da sola.” Ripeté il Crus. “Inoltre, ti sei nuovamente chiusa in te stessa. Siamo forse da capo, Anvil?”
Quell’ultima inflessione nel suo tono parve infinitamente seria e grave. Accompagnò una vibrazione pesante, davvero intensa.
Lei ruotò il busto per guardarlo, inarcando un sopracciglio.
“Considerando che sei di nuovo qui a farmi la predica, e che ti sto ascoltando pensando che tu abbia ragione… direi proprio di no.”"
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Intima Cantor