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Articolo del mese marzo-aprile 2023

Droghe e spiritualità - una prospettiva occulta,

di Pablo Sender

legge Tobia Buscaglione

Pablo Sender, è un attento studioso del pensiero teosofico, compreso quello delle origini del movimento teosofico moderno, che trova in Helena Petrovna Blavatsky l'interprete più importante. In questo articolo Sender affronta un tema importante e delicato ad un tempo: quello del rapporto fra droghe e spiritualità. Non sono stati pochi coloro che in passato hanno ritenuto che l'uso di sostanze psicotrope potesse servire ad avere positivi riflessi sull'evoluzione della coscienza e ancor oggi ci sono persone che sostengono questa tesi. Per Sender invece è imprescindibile considerare la realtà della costituzione settenaria dell'essere umano e la necessità che l'evoluzione spirituale avvenga attraverso la lenta presa di coscienza che solo la meditazione e la retta azione possono ispirare. Sender riporta nell'articolo una significativa espressione di Madame Blavatsky: "Un Sadhu [asceta religioso] che usa doghe intossicanti come la ganja e la sooka non è che un falso asceta. Invece di portare i suoi seguaci verso Moksha [liberazione] non ha altro che trascinarli con sé nel fosso, nonostante cammini o dorma sui chiodi".

Nella letteratura teosofica l'uso di droghe viene condannato non a causa di ciechi pregiudizi o per atteggiamento moralistico, ma sulla base una conoscenza scientifica, spiritualmente confermata da molti saggi, anche grazie alla visione spirituale e chiaroveggente della realtà.

Conclude Pablo Sender: "Mettere in guardia contro le droghe psicoattive può renderci impopolari tra un cero tipo di persone interessate alla spiritualità, ma è tradizione che la Società Teosofica sostenga delle verità che ai tempi erano mal accette, come quelle della Fratellanza Universale, della connessione fra scienza e spiritualità, della saggezza delle antiche culture e altre".