Articolo del mese luglio-agosto 2022
Filippo de Pisis e la Teosofia,
di Marina Tappa,
legge Gabriele Sabetta
Quello dell'influenza del pensiero teosofico nel campo dell'arte e in particolare della pittura è un campo d'indagine di sicuro fascino e di grande attualità.
Se è nota l'influenza della Teosofia su alcuni grandi artisti, prevalentemente internazionali fra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento (si pensi, solo per fare qualche esempio, a Kandinskij, a Mondrian, a Ciurlonis e ad alcuni Futuristi), meno approfondito risulta il campo d'indagine riguardante altri artisti italiani, quali Filippo de Pisis (1 maggio 1896, Ferrara - 2 aprile 1956, Milano) protagonista di questo articolo di approfondimento di Marina Tappa. Quest'ultima sviluppa la sua indagine seguendo de Pisis in tutti i suoi contatti con il mondo teosofico e ricorda quanto scritto in proposito da Bernardino del Boca: "De Pisis faceva parte del gruppo di teosofi influenzato dal movimento krishnamurtiano dell'Ordine della Stella in Oriente, che, ispirandosi alla saggezza del passato, cercava di vivere in modo indipendente, anticonformista e contro ogni pregiudizio che da sempre rende opaca la vita e produce inutili paure e sofferenze".
In conclusione dell'articolo Marina Tappa ricorda le parole di Vittorio Sgarbi a proposito del grande artista Ferrarese: "Il suo realismo non riguarda le cose o i particolari, non la natura, non i luoghi o i volti, ma qualcosa di più inafferrabile e cioè l'aria, l'atmosfera, la luce di un giorno e di un'ora, il riflesso di un argento o di un vetro: e anche i rumori, del vento o dell'acqua e delle foglie e dei petali delle rose".