"Tutto ciò che ricordo è che mi è volato dritto in testa, accompagnato da una conflagrazione di dolore e di macchie nere davanti agli occhi. Un altro colpo non indirizzato a me, ma questo non l’ha reso meno doloroso.
Quanto segue è possibilmente più confuso del ricordo precedente:
orecchie che fischiano, disorientamento. Io che mi appoggio al muro in corridoio, lì accanto. Quello lo ricordo bene. Non ho idea se i miei si siano accorti che mi ero fatta così male, fuori di testa come stavano.
E con il senno di poi, la crudezza della botta mi ha portata a chiedermi: “Davvero fino adesso si sono lanciati addosso di tutto rischiando di farsi così male?”
-Stai seduta- s’è infilato Nazar, dopo un tempo che mi era sembrato secolare.
È stato dopo avergli obbedito a essere successa questa cosa assurda. Il tempo di poggiarmi in terra, e i miei non c’erano più.
Neanche il mio senso d’annebbiamento. Tutto sparito. Letteralmente. È stato così improvviso da farmi sobbalzare: questo lo ricordo molto, molto bene. Non è stato graduale, né confuso. Era chiaro, netto, come aprire una finestra sulla luce o disegnare un segno nero su un foglio immacolato. Tempo di sedermi, e tutto attorno a me è sparito.
Ho ascoltato il cuore galoppare nel mio petto, senza capire quanto appena accaduto.
Somigliava inquietantemente a un salto temporale, o che so io.
Mi ero trascinata seduta e appena avevo toccato le mattonelle, BAM. Vista perfetta, dolore sparito, silenzio limpido.
Solitudine totale.
“Che cosa hai fatto?” Ho chiesto all’occhio greco a voce alta. Non “cos’è successo” o altro, ma proprio “che cos’hai fatto”, non so perché.
-Ti ho aiutato.-
Ho frugato in tasca, l’ho preso nella mano e l’ho fissato, in quel tipico gesto che mi sembrava eterno. Mi sono smarrita in quell’iride blu.
“In che modo? Dimmelo.”
-Guarda davanti a te, piuttosto.-
Ho domato la nausea del solo spostare la testa, obbedendo. È stato in quella posizione che ho visto la chitarra, incastrata nel buio. La porta dello sgabuzzino, parallela alla mia posizione, era appena dischiusa. Saoirse mi faceva un cenno da lì."