"“Anv, stai tremando davvero tanto” si inserisce Lisa, toccandomi una spalla “stai rovesciando tutto il vino.”
Come svegliandomi da un sogno, osservo le mie mani traballare incontrollate, notando solo ora un calore anomalo circolarmi in corpo. Le macchie del vino si allargano sulla mia felpa, ma il liquido bollente non sembra caldo quanto l’afa che sto sentendo.
La mia amica mi sfila il bicchiere dalle mani, premendomi un palmo sulla fronte. “Scotti da morire.” Contorce il viso.
“Ho una medicina” dico, sfilandomi lo zaino. La scatolina di antibiotico esce fuori dal Nike, ne snocciolo una pastiglia con difficoltà.
Incerta, Lisa mi restituisce il bicchiere, ed io la mando giù in volata.
E ancora, le orecchie fischiano alternativamente, come stamattina. Dopo molto tempo, sento la rabbia di Nazar esplodermi nel ventre. Dura soltanto un attimo.
-Nazar? Ci sei?!-
Percepisco la tasca congelarsi come se Nazar fosse davvero di ghiaccio, e per un momento mi sembra di sentirlo sciogliersi, è come se la tasca mi si stesse bagnando. Lo cerco nei pantaloni, e quando lo tocco smetto di tremare, istantaneamente. Mi confermo quanto l’occhio greco sia gelido ma, no, non si sta sciogliendo. È asciutto.
-Che stai cercando di dirmi?-
“Mi sembra che tu stia già meglio” osserva Lisa stupita, vedendo che non tremo più. Annuisco, incerta.
Perché le orecchie continuano a fischiare, allora?
-Nazar, non ti sento!-
-Sono qui.-
E poi, più niente.
Niente di niente.