"Sentire quel cognome mi perfora come uno spillo, meglio di come ci riesca la voce del professore di economia.
Quando vedo comparire Nicolas sulla soglia mi sembra quasi un miraggio.
“Ho capito! Ancora ci sento! Non c’è bisogno di urlare!” Ribatte lui scontrosamente, gettandosi su uno dei banchi centrali.
Uh, l’ultimo che ha risposto in quel tono a un prof non se l’è vista bene…
Si sfila gli auricolari riluttante, e il mio sguardo viene catturato dal suo maglioncino in cotone pettinato. Poi dai suoi occhi verdi.
I suoi dannati occhi verdi.
Quando i nostri sguardi si incontrano sobbalzo, non avendolo preveduto. I suoi occhi sono talmente verdi da sembrare lenti a contatto colorate, cosa che non ricordavo per niente.
Nick mi esamina rapidamente, prima di aggiungere “In effetti è molto che non ci vediamo, eh? Ti trovo bene.” Sorride ancora.
AH.
Mi trova bene, ha detto che mi trova bene?!
Il mio cuore impazzisce, spingendo sullo sterno come a voler schizzare fuori per esprimere tutta la sua gioia e gratitudine, e considerando quanto scottino le mie guance sono sicurissima di essere diventata color Alfa Romeo di Sam.
Senza preavviso, i sentimenti che provo per questo ragazzo si ripresentano tutti assieme, non lasciandomi come sempre il tempo per processare. Eppure è un anno e più che ho questa cotta, pensavo di essermene fatta una ragione… il fatto è che non conosco per niente Nicolas, e non so come comportarmi. Siamo stati nella stessa classe per qualche mese pensandoci, l’anno scorso, fino a che non l’hanno spostato. Da quel momento effettivamente ci siamo limitati a salutarci allegramente nei corridoi, ogni tanto ci siamo perfino fermati in cortile a scambiare due parole sul meteo o su qualche docente stronzo ma nulla di più. Non so proprio niente di lui. Non lo incontravo da così tanto che cominciavo quasi a pensare che avesse cambiato istituto. Chi se lo aspettava di rivederlo?
Non ci voleva. Non è il momento migliore per farsi venire le farfalle nello stomaco per un ragazzo..."