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"Mi concedo un sospiro.

Dev’essere bello.

Insomma, fare ciò che si ama e avere successo!

Ripenso a Chris, alla sua gioia per il raggiungimento del suo obiettivo tanto a lungo bramato, e mi chiedo, non posso farne a meno, se un giorno sarà così anche per me. Se toccherà anche a me, prima o poi, o se la mia vita rimarrà sempre soltanto un casino ricolmo di fatiche, dolori, e cose che non voglio fare ma per le quali sono costretta a spendere tutte le mie energie, il mio tempo e la mia sopportazione.

Ripenso a quando ho chiesto scusa a mia madre.

Tutto il rancore che mi pesava dentro come un macigno si è sgretolato, così. Non so perché.

Le sole cose alle quali non riuscivo a smettere di pensare erano le grida di papà. La disperazione di mamma.

E il mio fratellino etereo disperso lassù. Da qualche parte.

Ci siamo strette a lungo, senza parlare più. Ci siamo promesse che ci impegneremo insieme, per ricominciare da capo.

È sempre così che va, nella vita.

Si ricomincia. Da capo.

Continuamente.

Sono quasi arrivata alla piazzetta con la statua di San Qualcuno quando sento una voce familiare, sebbene coperta e sferzata dal vento, raggiungere le mie orecchie. Sta ridendo in un modo estraneo, come non mi era mai capitato di sentire. Mi pianto sulla curva del marciapiede, quando intercetto una seconda voce che non conosco. Aggrotto le sopracciglia.

Mi sporgo un centimetro e scorgo Nicolas, come immaginavo. L’orecchio non mi inganna mai. Non so cosa ci faccia qui, ma sono felice che ci sia. Percepisco montare la gioia e faccio per chiamarlo pronta a lanciarmi tra le sue braccia, ma non appena accenno un passo in più la vista mi si libera maggiormente, e sento il fiato strozzarmisi in gola.

Immediatamente sfreccio nuovamente dietro al cancello, nascondendomi come una ladra.

Chi cazzo è, quella?

Lei tira fuori un mazzo di chiavi da una borsetta a spalla parecchio carina e dall’aria costosa, dialogando a gran gesti, ma con questo stupido vento non sento niente. Allunga qualcosa a Nick, non so cosa. Lui lo stringe tra le mani, apparentemente contento, e la guarda con una tenerezza tale che mi sento mancare. Si protende verso lei e la abbraccia.

Ma stretta stretta.

La rabbia mi monta dentro come un temporale, scuotendomi pezzo per pezzo. Un lampione accanto a me si spegne, e ci faccio caso a malapena. Mi strappo via dalla strada e corro nel buio, con le immagini dei due ancora accese nella testa."