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“Spontaneamente mi viene da ripensare all’occhio greco. Che faccio, glielo regalo, così i suoi capelli respirano un po’?

Infilo la mano nella tasca dei jeans e rigiro l’oggettino tra le dita. Liscio. Perfettamente rotondeggiante. Piccolo rilievo dove c’è la pupilla. È così tranquillizzante da toccare. È soddisfacente. Un po’ come quando scoppi le bolle del pluriball.

Mi rendo immediatamente conto di volerlo tenere. In fondo Christoph ha il suo berretto. No? Ed io sono così sfigata, che mi serve, un po’ di…

aspetta un momento, cosa?

Riporto la mano sul tavolo, interdetta. Acchiappo una penna, tanto per avere qualcosa tra le mani, mentre Chris si sfila per pochi secondi il cappello, ravvivandosi un po’ la chioma imbizzarrita. Inaugura le patatine, masticando rumorosamente.

Mi sto davvero convincendo di aver bisogno di questo affarino?

Ripenso a quando ho avuto la sensazione di esserne stata per così dire salvata dal rischio di venire investita dallo scooter, sta mattina.

Sarò diventata superstiziosa. O mi sarò rincitrullita. Ci sta. Certo.

E perché così di colpo? Che mi prende?

“Tu quanto credi nei porta fortuna, Chris?”

La mia domanda gli rimbalza sulla visiera del cappello appena risistemato.

Sotto di essa guizza un’altra espressione sorpresa.

Mi fissa, smettendo per un secondo di masticare.

Penso stia per dire qualche cretinata delle sue, invece non dice un accidenti, e gli unici rumori a seguire sono quelli di Lisa che traffica in cucina. A un certo punto il suo fissarmi a occhi giganti diventa così strano da farmi sperare in una battuta. Mi schiarisco la voce. “Chris?”

“Devi proprio raccontarmelo, cosa ti è successo.” Dice lui alla fine, dopo aver deglutito.”