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Scrivimi :)

Esploriamo la potente metafora buddista della "camionata di merda" per comprendere come trasformare i problemi in opportunità di crescita personale.

• La metafora della camionata di escrementi rappresenta i traumi che non scegliamo ma dobbiamo affrontare
• Esistono due modi di reagire: portarsi i problemi dietro ovunque o iniziare a trasformarli
• Trattenere i problemi porta isolamento, depressione e negatività crescente
• Trasformare gradualmente le difficoltà può convertirle in "fertilizzante" per la crescita
• I problemi superati ci rendono più forti e capaci di aiutare gli altri
• Anche al lavoro e nelle relazioni, i fallimenti spesso aprono porte a nuove opportunità
• È importante darsi tempo per reagire, ma poi agire concretamente
• Camminare e stancarsi fisicamente può aiutare a trovare nuove prospettive sui problemi
• Immaginare il problema come un racconto può suggerire soluzioni creative

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Una Camionata di merda. 

"Nella vita, le cose spiacevoli, come arrivare per ultimo nella propria classe, capitano. A tutti. L'unica differenza tra una persona felice e una che si deprime è il modo in cui si reagisce al disastro. Immaginate di aver appena passato uno splendido pomeriggio al mare con un amico. Quando tornate a casa, scoprite che davanti alla vostra porta è stata scaricata un'enorme camionata di merda. Ci sono tre cose da sapere di questa camionata di merda. Uno, non l'avete richiesta a voi, non è colpa vostra. Due, vi tocca tenervela. Nessuno ha visto chi l'abbia scaricata, quindi non potete chiamare nessuno per portarla via. Tre, è schifosa e offensiva. Il soffettore riempie tutta la casa, è quasi insopportabile. In questa metafora, la camionata di merda davanti a casa vostra sta per le esperienze traumatiche che ci vengono scaricate addosso nella vita. Come la camionata di merda, ci sono tre cose da sapere sulle tragedie della nostra vita. Uno, non le abbiamo richieste noi, ci chiediamo perché proprio a me. Due, ci tocca tenercele. Nessuno, nemmeno i nostri migliori amici, può portarcela via, anche se magari ci proveranno. Tre, sono terribili, deleterie per la nostra felicità e la sofferenza che comportano riempie tutta la nostra vita, sono quasi insopportabili. Ci sono dunque due modi di reagire all'arrivo di una camionata di merda. Il primo è portarcela dietro. Ce ne mettiamo un po' nelle tasche, un po' in valigia e una parte sotto la maglietta. Ce la infiliamo persino nei pantaloni. Scopriremo che, se ci portiamo la merda in giro, perderemo un sacco di amici e nemmeno i migliori amici vorranno frequentarci molto spesso. Portare la merda con noi è una metafora per quando sprofondiamo nella depressione, nella negatività o nella rabbia. È una reazione naturale e comprensibile alle avversità, ma ci farà perdere un sacco di amici, perché è altrettanto naturale e comprensibile che i nostri amici non amino starci vicino quando siamo così indepressi. E inoltre, il mucchio di merda non diminuirà, anzi, la puzza non farà che aumentare mentre se ne sta lì a macerare. Per fortuna esiste un'alternativa. Quando ci scaricano addosso la camionata di merda, facciamo un bel respiro e ci mettiamo al lavoro. Tiriamo fuori la carriola, il forcone e il vadine. Con il vadine depositiamo la merda nella carriola, la portiamo sul retro della casa e la scarichiamo in giardino. È un lavoro stancante e difficile, ma sappiamo di non avere altra scelta. A volte non riusciamo a trasportare più di mezza carriola

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