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Tre lune di zafferano
(alla mia mamma fatta di cielo)

Del giorno, madre, parleremo poi,
adesso voglio che tu osservi con me le luci più colorate del buio.

È come vedere la musica, è come afferrare l'infinito.
È come poter toccare ancora le tue spalle rosa e respirare quei tuoi occhi caldi e scuri.

Mi dicono sempre che sei là, sotto la terra cattiva e fredda,
ma io temo e rifiuto tutte quelle ombre… non so di chi sia la colpa e se c'è una colpa.

Non so rispondermi. Stanotte nell'aria avverto un profumo
che sa di te, di quell'odore di fragola che lasciavi sui nostri abbracci.

Le carezze delle tue dita sulla fronte quando mi parlavi sottovoce
di fate e cenerentole. Stanotte non ho più paura.

Sto dentro ad una favola.
Nel cielo sostano tre lune gialle a spicchi…
so che al centro dello spettacolo ci sei tu, ci sono io…

c'è tutto l'amore che a lungo ho cercato in tanti anni sulla scia dei tuoi passi lontani

…così lontani da farmi correre sempre più forte per cercare di attaccarmi alla tua gonna…

Lo sai… l'eco birichina mi rimandava la tua voce ed io, in tutte quelle albe
mai veramente nate, morivo di fame, di sete, di te.

Tre lune di zafferano sparse che allagano il cielo e sconfiggono la notte…
Una fiaba, forse senza finale, in cui i miei occhi stupiti per sempre si perderanno…

…ma non importa perché tu ora sorridi sui toni più belli della tua luce satellitare.

Succhio tutta questa polvere color grano e mi sazio finalmente…
Ti prometto che domattina non protesterò all'arrivo dell'inesorabile
sigillo di silenzio. Almeno ci proverò.