Dove porteranno le proteste che hanno portato i tunisini, che con la rivoluzione del gennaio del 2011 diedero il via alla stagione delle “primavere arabe”, a scendere di nuovo in strada?
Ne parliamo con Cosimo Caridi, giornalista che si trova a Tunisi per raccontare questi giorni intensi per il Paese. «Questo provvedimento – spiega – ridisegna un po’ il tipo di tassazione che devono pagare i tunisini: è aumentata l’Iva in tutte le aliquote, vengono inseriti dei contributi di solidarietà obbligatori per i dipendenti pubblici e privati, vengono alzate una serie di tasse come quelle sul carburante o sui beni di prima necessità. Il problema però non è tanto l’aumento delle tasse in sé e per sé, quanto la stagnazione dell’economia. L’economia tunisina è bloccata dalla rivoluzione o poco dopo. Negli ultimi due anni il dinaro, che è la valuta locale, ha perso il 50% del suo valore, l’inflazione continua a crescere, gli stipendi sono bloccati».