Sono trascorsi tre anni dall'uccisione del ricercatore Giulio Regeni in Egitto, tre anni di dichiarazioni di intenti, azioni diplomatiche e passi indietro. Oggi sembra che tutto sia ancora ad un punto fermo.
I governi di Egitto e Italia si sono entrambi detti pronti a fare il possibile per arrivare alla verità, ma non sembra che sia stato messo in campo un impegno concreto. L'attuale esecutivo italiano si è inserito nel solco dell'azione dei due precedenti, con un rafforzamento dei rapporti diplomatici con lo Stato nordafricano.
Mentre si attendono movimenti dall'alto, si moltiplicano le iniziative sul territorio promosse da Amnesty International (che si possono trovare al sito https://www.amnesty.it/3annisenzagiulio/), organizzate insieme a realtà locali, scuole, chiese e istituti di cultura. La speranza è che si continui a parlare della vicenda di Giulio Regeni, per non arrivare al quarto anno senza verità.
Ne parla Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia.