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In questi giorni le decisioni su questa che possiamo definire una guerra commerciale si accavallano e ci costringono spesso a inseguire: l’ultimo capitolo è arrivato giovedì 5 aprile, quando il presidente Trump ha chiesto ai suoi funzionari che si occupano di commercio di identificare nuove categorie di beni a cui applicare altri dazi sulle importazioni dalla Cina per un totale di 100 miliardi di dollari all’anno. Insomma, una nuova catena di reazioni e ritorsioni che sta rendendo sempre più grande la questione. Apparentemente la questione non ci tocca molto, ma in ballo non c’è solo la bilancia commerciale di Cina e Stati Uniti.

Un diplomatico lussemburghese che si è sempre occupato di sicurezza alimentare e ambiente ci spiega che se la Cina imponesse una tariffa sulla soia statunitense, per garantirsi l'approvvigionamento di quello che da queste parti è un bene primario si rivolgerebbe a Brasile e Argentina. Dato l'enorme fabbisogno, si può ipotizzare che i due Paesi sudamericani comincerebbero a competere disboscando tutto il disboscabile per creare coltivazioni di soia sufficienti a soddisfare la domanda cinese.
Questo semplice ragionamento ci dà la misura di come una ipotetica guerra commerciale tra Pechino e Washington non sia solo una questione che riguarda due superpotenze e che potrebbe addirittura diventare guerra vera nel futuro. In un mondo globalizzato e interconnesso, è un problema che ci coinvolge tutti subito.

PLAYLIST
- My Little Airport – The Ok Thing to Do On Sunday Afternoon Is to Toddle In the Zoo | https://www.youtube.com/watch?v=pudvYa-nd78
- Turtle Island – 「この世讃歌」| https://www.youtube.com/watch?v=VTFVnPM5QPo