Quindi, dovremmo usare in tutta gratitudine e con santa gioia le inesauribili ricchezze della misericordia divina, presentate sull'altare e messe a nostra disposizione. Ma dovremmo sforzarci di acquisire non solo i beni terreni e deperibili, non semplicemente "la rugiada del cielo e la grassezza della terra e l'abbondanza di grano e vino" (Gn 27, 28), ma soprattutto di soddisfare la sete e il desiderio di beni soprannaturali ed eterni, di arricchirci con tesori che "né la ruggine né la tarma consumano, e dove i ladri non irrompono, né rubano" (Mt 6, 20). Preghiamo per ciò che conduce veramente alla nostra salvezza e felicità, per ciò che può far avanzare il regno di Dio dentro e intorno a noi. Come dice San Gregorio, “È volontà del Signore, che Lo amiamo al di sopra di tutto ciò che Egli ha creato, e che Lo imploriamo di concederci i beni eterni, piuttosto che quelli terreni".