Bisogna esserci nati per capire qualcosa della terra emiliano-romagnola. E forse non basta. Mangiapreti, santi, camerati e compagni, montanari e bagnini, cantanti e professori, in una terra di passaggio che ne ha viste di tutti i colori. “Sazia e disperata” disse il card. Biffi un po’ di tempo fa, pervasa, come tutto il mondo occidentale, dall’ideologia dell’uomo che pretende di farsi dio a se stesso, senza più alcun riferimento al Padreterno. Eppure, per questo gregge bisognoso, i veri Pastori non sono mancati. Colpisce in particolare la vicenda umana e religiosa di mons. Beniamino Socche (1890-1965), prima vescovo di Cesena dal 1939 al 1946, poi di Reggio Emilia dal 1946 fino alla morte.