Nel 1914 l’Europa era la “cittadella orgogliosa”, all’apogeo del potere mondiale: controllava il 60% dei territori, il 65% degli abitanti, il 57% della produzione di acciaio, il 57% del commercio. Era consapevole e orgogliosa della sua missione civilizzatrice, della quale era parte rilevante l’opera delle missioni cattoliche, sostenute anche da governi laicisti come quello francese, sia pure per meri fini di prestigio e influenza politica. Tutto ciò fu distrutto con il “suicidio dell’Europa”, come giustamente è stata definita la Grande Guerra.