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Una cosa è certa: l’ordine esecutivo sui social firmato dal presidente Trump non costituisce assolutamente un attentato alla libertà di parola, anzi semmai è vero il contrario, ne costituisce una tutela. Ormai necessaria. In poche parole, non si vieta a Facebook, Twitter, Google e compagnia di pubblicare qualsiasi genere di testi, commenti, immagini, video; ma qualora decidessero di oscurarne o censurarne qualcuno...