A Grosseto, dove da poco la prefetta nonché moglie del ministro Piantedosi ha firmato la nuova “via Almirante” ora a destra se le danno di santa ragione per - udite udite - l’ormai famoso libro del generale Vannacci. Il consigliere comunale leghista Gino Tornusciolo accusa i suoi colleghi di Fratelli d’Italia. Spiega Tornusciolo: “Avevo organizzato l’incontro con il sindaco nella sala del Consiglio.. Ho quindi comunicato l’evento ai partiti della maggioranza e a quel punto FdI ha cominciato a porre un veto ritenendo poca opportuna la presentazione del libro in città, portando di fatto a un diniego del patrocinio e innescando un dibattito nella maggioranza”. “Purtroppo – chiude Tornusciolo – devo ammettere che è stata la stessa maggioranza, a cui appartengo, a impedire lo svolgimento del dibattito”. Il prode generale, captati prodromi di una polemica s’è eroicamente dileguato, rinunciando alla presentazione.
Da Fratelli d’Italia rispondono andandoci pesante: "Rimaniamo piuttosto estereffati davanti a così infantili accuse, comprendiamo la voglia di ritagliarsi uno spazio politico ma invitiamo a farlo nel rispetto dei ruoli e magari con argomentazioni propositive e non con queste sterili ed inutili uscite”, dice il coordinatore provinciale di FdI, Luca Minucci. Perfino i compagni di partito di Giorgia Meloni devono avere pensato che patrocinare un libro che azzanna gay e neri non fosse un’idea intelligentissima.
E quindi? Quindi ora il leghista può trascorrere i prossimi giorni a denunciare l’oppressione del “pensiero unico”, proprio come il suo amato generale. Finché non ci si renderà conto che rifuggire dalla cretineria è tutt’altro che un complotto.
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