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Dunque ieri abbiamo saputo che la presidente del consiglio Giorgia Meloni lo scorso 18 settembre ha parlato al telefono convinta di parlare con il presidente della Commissione dell’Unione Africana mentre dall’altra parte del filo c’erano due comici russi (indicati come vicini a Putin) che le hanno fatto dire in privato ciò che smentisce in pubblico.
Meloni al telefono sulla guerra in Ucraina conferma che “la controffensiva dell’Ucraina non sta andando come ci si aspettava” e che la soluzione “è trovare una via d’uscita accettabile per entrambe le parti senza distruggere la legge internazionale”. Esprime quindi le stesse opinioni di chi dalle nostre parti viene bollato come un fiancheggiatore di Putin. Aggiunge anche che “tutti capiscono che potrebbe durare molti anni se non cerchiamo di trovare una soluzione”. Solo che quei “tutti” che lo capiscono vengono bollati come cretini e menagrami.
La registrazione della conversazione è stata postata sulla piattaforma online canadese Rumble e ripresa dall’agenzia russa Ria Novosti. A confermare che quella trasmessa era proprio la voce di Meloni è stato Palazzo Chigi con una nota in cui definisce “impostori” gli autori dello scherzo.
Ma se l’impostura è un vistoso apparato di menzogne e di falsità viene difficile non ritrovarla anche nelle parole in libertà della capa del governo. I veri impostori sono coloro (e sono tantissimi) che da mesi confondono le opinioni con la propaganda, svilendo il proprio ruolo di giornalisti, analisti e ammennicoli vari in promotori del conflitto.
Chissà se stamattina qualche valente collega accuserà Meloni di essere filoputinana.

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