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ARRIVANO I GIOIELLI FATTI CON GLI EMBRIONI di Paola Belletti
È arrivata una novità in gioielleria. E per questo siamo costretti ad aggiungere un nuovo capitolo alla storia degli orrori nata sotto l'albero della morte dell'ideologia pro aborto e dei diritti senza limiti: ora è possibile trasformare gli embrioni crioconservati, che i genitori-produttori non intendono più trasformare in bambini, in gioielli. Un'idea originale, nemmeno così recente in realtà, sbocciata nelle isole britanniche che, data l'enormità di risorse inutilizzate dello stesso tipo, potrebbe diffondersi anche altrove. Chissà, magari nell'ottica di una mefistofelica economia circolare, si saranno domandati in una sessione di brainstorming del reparto creativo, come sfruttare una risorsa che giace inutilizzata, ma viva, in quantità spaventose e che non viene impiegata allo scopo per cui altri articoli simili sono utilizzati.
Tra le domande che saranno circolate ci sarà stata quella sul margine di profitto che un simile prodotto avrebbe garantito. A pressione fiscale come siamo messi? Perché quella morale non pare lambirli. L'azienda in questione è la Blossom Keepsake e la sua pagina Instagram è tutto un susseguirsi di storie che ci spiegano come per loro sia ok che non a tutti vada giù l'idea di incastonare in un ciondolo degli embrioni (ma anche latte materno, cordoni ombelicali e ceneri di defunti). Non è da tutti, insomma, apprezzare la dolcezza che si nasconde dietro lo sterminio di vite create in modo moralmente illecito per trasformarle in un ricordo da tenere al collo o al dito, previa loro soppressione. Va tutto bene, loro sono inclusivi e tanto pazienti e vogliono esserlo addirittura con i fratellini sfortunati di altri embrioni crioconservati che sono riusciti a nascere, per la volontà di genitori e medici e una certa dose di buona sorte.
LA CHIESA LO AVEVA DETTO
D'altronde per togliersi ogni dubbio basta leggere la loro dichiarazione d'intenti sul sito aziendale: «Al centro del nostro lavoro c'è un profondo rispetto per la vita e per l'incredibile viaggio che le famiglie intraprendono per crearla. Siamo specializzati nella creazione di ricordi unici e significativi utilizzando embrioni di fecondazione in vitro non utilizzati». Sembrano due o tre persone diverse che si contendano la tastiera. E ancora: «La nostra missione è offrire alle famiglie un modo meraviglioso per onorare questo capitolo della loro storia, trasformando questi embrioni in pezzi senza tempo che possono essere custoditi per sempre».
Non hanno trasformato niente che nella loro mente non fosse già tale: anche prima di venire soppressi per finire incastonati in una pietruzza, quegli esseri umani allo stato di embrioni per loro era solo pezzi, semilavorati, risorse. In esubero, per giunta. Il mercato non si ferma mai e se non riesce a smaltire con gli stockisti gli eccessi di articoli rimasti invenduti deve inventarsi qualcosa; la discarica è l'ultima spiaggia e anche da lì, volendo, si può ricavare qualcosa. Eppure la Chiesa lo aveva detto, e per tempo: no, la fecondazione artificiale, che sposta al di fuori del corpo della madre il concepimento escludendo l'atto coniugale e affidandolo a decisioni tecniche umane, non porterà niente di buono. Non è moralmente lecita e ferisce tutte le persone coinvolte in gradi diversi, il più colpito è il concepito che non ha alcun potere di difendersi. Ma lo sono anche la madre, il padre e persino il medico e gli operatori che si rendono complici di questa operazione.
EMBRIONI CONGELATI: NESSUNA SOLUZIONE MORALMENTE ACCETTABILE
L'umanità tutta si trova sulle spalle questa tragedia: solo gli Stati Uniti si stima che abbiano un milione di embrioni congelati. E per queste vite, purtroppo, non esiste nessuna soluzione moralmente accettabile: nell'istruzione Dignitas personae del 2008 la Chiesa afferma che l'embrione umano non può essere trattato come «mero materiale di laboratorio perché ciò viola la sua dignità, che "appartiene in egual misura a ogni singolo essere umano, indipendentemente dai desideri dei suoi genitori, dalla sua condizione sociale, dalla sua formazione educativa o dal livello di sviluppo fisico».
San Giovanni Paolo II, nel 1996, rivolgendosi a medici e scienziati di tutto il mondo interpellò con la forza che gli era tipica la loro coscienza affinché, disse, venisse «fermata la produzione di embrioni umani, tenendo conto che non sembra esserci alcuna soluzione moralmente lecita per quanto riguarda il destino umano delle migliaia e migliaia di embrioni 'congelati' che sono e rimangono soggetti di diritti essenziali e pertanto dovrebbero essere protetti dalla legge come persone umane». E anche ora a lanciare l'allarme e a gridare la propria indignazione sulle piazze digitali sono (solo?) i cattolici.