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IN NOME DELLA SCIENZA LE PERSONE SONO USATE COME CAVIE di Francesca Romana Poleggi
In Cina, il polmone di un maiale è stato impiantato in un uomo di 39 anni che poi è morto dopo nove giorni. Sulla rivista Nature Medicine è stato spiegato che l'uomo è rimasto stabile durante tutto il periodo post-operatorio: i parametri fisiologici, emodinamici e omeostatici sono rimasti. Durante i nove giorni seguenti il trapianto, l'uomo ha prodotto anticorpi contro l'organo estraneo, nonostante gli fossero stati somministrati potenti farmaci immunosoppressori, con conseguente crisi di rigetto.
Alcune domande sorgono spontanee: come si può «mantenere in vita» un uomo «morto»? Come può un uomo morto produrre anticorpi? Come si può "morire" dopo nove giorni che uno è stato dichiarato morto?
La risposta, ovviamente, è che le persone "cerebralmente morte" non sono morte. Hanno un cuore pulsante, assorbono ossigeno e rilasciano anidride carbonica attraverso i polmoni, metabolizzano i nutrienti, eliminano le scorie, combattono le infezioni e rigettano organi estranei. Si comportano esattamente come ci si aspetterebbe che si comportassero le persone con lesioni cerebrali. Sono state dichiarate morte per ottenere legalmente i loro organi per il trapianto oppure per essere usate come cavie per xenotrapianti.
Gli xenotrapianti, ovvero il trapianto di organi da altre specie nell'uomo, hanno sempre fallito. Nel 2022, per esempio, un paziente americano ha ricevuto il cuore di un maiale geneticamente modificato. David Bennett Sr. - questo il nome dell'uomo - è sopravvissuto 45 giorni prima di morire apparentemente a causa di un virus suino che si è insinuato nel suo nuovo cuore.
Nell'agosto del 2023, due uomini furono utilizzati come cavie dai ricercatori dell'Università dell'Alabama e del Langone Transplant Institute della New York University (ricevettero reni di maiale). Sono stati tenuti in terapia intensiva per tutta la durata dello studio.
Nel marzo 2024, alcuni scienziati cinesi hanno trapiantato il fegato di un maiale in un essere umano pur sapendo che i fegati di maiale non possono sostituire quelli umani. Dopo 10 giorni il paziente è stato ucciso in modo d poter studiare il suo nuovo fegato.
Il concetto di "morte cerebrale" è servito a trasformare le persone in risorse, merci o cavie.
I comitati bioetici degli ospedali normalmente sostengono che tenere in vita le persone cerebralmente morte è accanimento terapeutico - se sono davvero morte.
Oppure, la "morte cerebrale" non è vera morte, ma un costrutto sociale utilitaristico e una finzione giuridica. Le persone "cerebralmente morte", se sono sono ancora vive, meritano di essere trattate come persone, non usate come cavie da laboratorio.