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PIPPO BAUDO E' MORTO CON IL CONFORTO DEI SACRAMENTI
È lecito sperare che si sia pentito (anche perché aveva avuto due mogli e due figli, di cui uno da una donna che non sposò mai), ma i santi sono un'altra cosa...
di Lorenzo Bertocchi
Sabato 16 agosto 2025 si è spento serenamente Pippo Baudo, a 89 anni, al Campus Biomedico di Roma. Attorno a lui gli affetti più cari e, come riportano le agenzie, «con il conforto dei sacramenti». Un dettaglio che rischia di passare inosservato, ma che dice più di mille necrologi: l'uomo che per oltre mezzo secolo è stato il volto stesso della televisione italiana ha concluso la sua lunga corsa affidandosi a Dio.
Baudo non è stato soltanto un conduttore, è stato un simbolo. Un'icona nazionale-popolare, capace di trasformare la TV in fenomeno di costume, di dare un ritmo e un linguaggio alle famiglie italiane. Con quella sua battuta che è diventata leggenda - «L'ho inventato io!» - ricordava con orgoglio gli artisti che aveva scoperto: Lorella Cuccarini, Heather Parisi, Andrea Bocelli, Giorgia, Laura Pausini, Fiorello, Beppe Grillo. Nomi, tra i tanti, che hanno segnato musica, comicità, spettacolo, e che devono a lui la prima scintilla sotto i riflettori.
Eppure, al tramonto della vita, Pippo sembra aver riconosciuto che c'è qualcuno che non poteva inventare lui: Dio. Il successo, la fama, gli amori, le platee gremite - tutto resta piccolo davanti al mistero dell'eternità. E Baudo ha voluto affrontarlo con la forza dei sacramenti, quasi un gesto di umiltà che ribalta l'immagine del mattatore assoluto.
Il suo rapporto con la fede non è mai stato lineare. Celebre l'episodio dell'incontro con Padre Pio, che lo cacciò dopo aver ascoltato la sua risposta: «Sono venuto per curiosità». «Allora vattene», replicò il frate. Ma qualcosa, negli ultimi anni, sembrava essere cambiato. In un'intervista del 2020 concessa al periodico Maria con te, Baudo confidò: «Maria è nostra madre, per lei nutro amore e rispetto. È a lei che mi rivolgo nei momenti difficili». Una frase semplice, quasi sussurrata, che lasciava intravedere un legame nascosto, forse mai del tutto reciso. Forse è stato proprio quel filo con la Madre a portarlo fino all'abbraccio dei sacramenti. Fino al Figlio.
Così se ne va l'uomo che ha fatto la storia della televisione italiana, capace di trasformare la TV in specchio e rito collettivo. Un uomo che ha regalato sorrisi, lanciato carriere, accompagnato le domeniche degli italiani. Ma nell'ultimo atto, lontano dai riflettori, ha scelto un gesto di fede silenziosa e potente: ricevere i sacramenti. È lì che la sua storia incontra un'altra regia, quella definitiva, che non appartiene al piccolo schermo ma all'eternità. E così, caro Pippo, noi siamo tra quelli che ti sperano finalmente davanti a quel palco infinito, dove non puoi più dire «L'ho inventato io!». Perché hai incontrato Dio.
Nota di BastaBugie: Tommaso Scandroglio nell'articolo seguente dal titolo "Armani, Baudo, Acutis e Frassati tra mode ed eternità" spiega la differenza tra i "santi" del Mondo e quelli della Chiesa Cattolica.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 12 settembre 2025:
Ci sono santi e santi. C'è Giorgio Armani e Pippo Baudo, da poco scomparsi, e Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, da poco canonizzati. I primi sono santi laici, anche i secondi, ma in un'altra accezione. Armani e Baudo sono santi pop, venerati in vita. I secondi sono santi cattolici, venerati da morti. I primi li sappiamo morti. I secondi li sappiamo morti, ma anche vivi tra noi e vivi lassù dove ci attendono. I primi non facevano miracoli, se non miracoli terreni grazie a forbici e microfoni. I secondi hanno compiuto veri e propri miracoli, hanno portato il Cielo in terra.
I primi avevano il pubblico. I secondi hanno i credenti. Armani fu ed è celebrato per lo stile, il gusto, l'originalità, la ricercatezza, il lusso. Virtù del mondo e di certo non tra le peggiori, seppur virtù di superficie, scintillanti ma in sé vuote se non c'è sostanza, quella sostanza che invece ha riempito l'esistenza dei due nuovi e giovani santi. Giuseppe Raimondo Vittorio Baudo viene ricordato per la professionalità, la capacità di scoprire nuovi talenti, di intercettare il sentimento nazional popolare e di inventare format che al tempo non si sapeva nemmeno che si chiamassero così. Al pubblico o non importava l'omosessualità di Armani o addirittura l'apprezzava. Così come al pubblico non importava o riteneva normale che Baudo avesse avuto due mogli e due figli, di cui uno da una donna che non sposò mai.
Di contro Acutis e Frassati sono stati canonizzati perché interpreti in modo eroico di virtù quali la giustizia, la fortezza, la temperanza, la prudenza su su fino alla fede, alla speranza e alla carità. Ai credenti invece importa eccome della loro vita privata perché è questa che li ha spediti in Paradiso. Ed è questa vita privata che prima con la beatificazione e poi la canonizzazione è diventata pubblica per far sapere a tutti che se loro ce l'hanno fatta, possiamo farcela anche noi. Non tutti potranno essere il nuovo Armani o il nuovo Pippo Baudo, ma tutti potremo essere il nuovo Acutis e il nuovo Frassati, seppur a modo nostro.
Le virtù post-moderne dello stilista e del presentatore li hanno consacrati come idoli dello spettacolo, seppur il Pippo nazionale era ormai da anni più che una stella cadente una stella decadente o ormai decaduta, simbolo di un'Italia che non c'è più e che mai più tornerà. Acutis e Frassati non erano ammaliati da idoli, ma da Dio. Armani vantava milioni di follower, i due giovani santi erano tra i milioni di seguaci anonimi di Cristo. L'umiltà dei due servitori di Dio li ha resi sconosciuti in vita alla massa dei loro contemporanei, seppur in vita erano già assai conosciuti da Gesù stesso. Lo stilista e il conduttore invece cercavano la fama - non certo la fama di santità - come molti, moltissimi che affollano i social nella speranza di essere seguiti, notati, ricercati, conosciuti, apprezzati, stimati. Insomma voluti bene. Carlo e Pier Giorgio invece sapevano che erano già amati dall'Amore in persona.
Armani e Baudo erano personaggi, Acutis e Frassati solo persone. Il personaggio è necessariamente mondano perché piace al mondo, la persona invece è imago Dei e se l'immagine di Dio si scorge nelle sue scelte allora piace a Dio stesso. Il like che ha maggior valore al mondo.
Il sarto stilista si è spento a 91 anni e l'uomo di spettacolo a 89. Acutis morì a 15, Frassati a 24. Il tempo di Dio non è il nostro. Le brevi vite di Acutis e Frassati abbracciavano già l'eternità qui in terra e dunque, verrebbe da chiedersi, perché prolungarle ancor di più? La lunga esistenza dei due vip appare oggi così fugace perché è stato l'effimero la cifra caratteristica delle loro professioni. L'imperituro e il perenne invece sono state le alte vette a cui hanno teso i due giovani santi. Questo ha donato un peso specifico alle loro brevi esistenze che non possiamo ritrovare in quelle, ben più lunghe, dei due celebrati vip appena scomparsi.
Armani seguiva e dettava le mode, che per loro natura sono precarie, temporanee. Baudo fondò il suo successo nel mondo dello spettacolo, anch'esso soggetto a mode. E dunque il motivo del suo successo fu anche il motivo del suo declino. Carlo e Pier Giorgio non hanno seguito mode, ma hanno vissuto al modo di Cristo, nel tempo, ma fuori dalle tendenze del tempo perché tendevano sempre all'Assoluto. Inattuali per i loro contemporanei. Immortali come possono esserlo solo i santi.