Il titolo della diciottesima puntata della stagione numero due di J-TACTICS, trae spunto da: "Amore mio aiutami”, che è un film del 1969, diretto ed interpretato da Alberto Sordi con Monica Vitti.
Giovanni e Raffaella formano una coppia affiatata.
La relazione tuttavia va in crisi allorché Raffaella s’innamora di Valerio.
Raffaella s’invaghisce quindi della nuova fiamma, ma, confidando sulla comprensione del marito, il quale si vanta pubblicamente della sua modernità e apertura, chiede il suo aiuto per chiarire i suoi sentimenti.
Giovanni perdutamente innamorato della moglie, ma deciso a restare fedele ai suoi principi, decide di mostrare comprensione, adoperandosi tuttavia in tutti i modi per impedire che la moglie finisca tra le braccia del suo amante.
Tra continui allontanamenti e riavvicinamenti, marito e moglie arriveranno ad un irreparabile rottura.
In una breve analisi dei protagonisti della pellicola in questione diremo di loro che:
Giovanni direttore di banca, è un uomo apparentemente spregiudicato e moderno.
Profondamente innamorato della moglie.
Il suo cognome “Machiavelli” descrive pienamente il meccanismo appunto “machiavellico” in cui si ritrova coinvolto e mette in evidenza che saranno proprio i suoi principi e le sue macchinazioni a consegnare involontariamente la moglie all’amante.
Raffaella, la moglie è una donna indecisa, profondamente capricciosa ed infantile, succube di sua madre.
Inseguirà quindi una relazione extraconiugale per poi restare profondamente delusa alla fine del film in questione.
Infine vi è la figura, non secondaria, di Roberto figlio unico della coppia.
Il ragazzo vive in un collegio in un’altra città, appare come un “piccolo adulto”, serio, ragionevole e a tratti perfino cinico.
Facendo la nostra solita trasposizione dalla cinematografia al mondo del calcio, ed in modo specifico alle vicende juventine, potremo utilizzare il titolo e le vicende narrate nella pellicola per analizzare la sconcertante sconfitta patita dai campioni d’Italia bianconeri al Bentegodi dal Verona di Juric.
Una combo poi, da film dell’orrore o meglio da calcio dilettantistico, tra Bentancur il quale appoggia, con un insensato colpo di tacco, il pallone al compagno nonostante il forte pressing degli scaligeri, e un “assist” di Pjanic il quale involontariamente e con una disattenzione e pressapochismo tipico dei campetti di periferia, appoggia la sfera al giocatore avversario dando il via all’azione che culminerà nel gol del pareggio dei padroni di casa.
Juve in balia dell’avversario e risultato sull’ 1-1.
Una Juve atleticamente sotto tono, svogliata, e mentalmente assente come un elettroencefalogramma piatto, si fa travolgere dal Verona.
Il pressing asfissiante e la garra degli scaligeri portano ad un mini assedio culminato nell’azione macchiata da un tocco di Bonucci con il braccio nel tentativo di contrastare l’avversario.
Rigore trasformato dal redivivo Pazzini, Juve che tenta, tardivamente e disordinatamente un forcing finale inutile, 2-1 e fine dei giochi.
Notte fonda per gli uomini di Sarri, alla seconda sconfitta nelle ultime tre giornate, dopo quella subita con il Napoli.
Il post partita è da tregenda come quello della gara del San Paolo.
Mister Sarri ammette che ai suoi uomini è mancata principalmente la “testa”.
Ammette di essere perplesso dell’atteggiamento dei suoi uomini e di non sapersi dare una spiegazione plausibile.
Infine il tecnico toscano proferisce una frase che lascia interdetti, perplessi e a questo punto terrorizzati i tifosi (forse anche i dirigenti) juventini.
“Spero che qualcuno mi aiuti ad uscire da questa situazione”.
Questa è la disperata richiesta del mister diretta ai leader dello spogliatoio e probabilmente ai vertici della società.
Come la pellicola che da il titolo all’odierna puntata di J-TACTICS, Sarri quasi dice: “Amore mio aiutami”.
Come interpretare le parole del tecnico bianconero?
Un grido, un allarme, una presa di coscienza di non essere in grado di risolvere da solo la questione?
In molti, soprattutto tra i detrattori e nostalgici del suo predecessore, si sono chiesti, può il tecnico della squadra più blasonata d’Italia mostrarsi debole?
Tali affermazioni sono effettivamente un’ammissione di debolezza?
Facendo la nostra solita trasposizione ma all’inverso passando dal calcio alla cinematografia, Sarri è paragonabile al “machiavellico” Giovanni del film di Sordi?
Un uomo apparentemente moderno quindi, ma in realtà ingabbiato nelle sue convinzioni.
I componenti della rosa bianconera sono la Raffaella del film?
Ossia madama ed i suoi giocatori dopo 8 anni di vittorie ininterrotte sono proprio come la Monica Vitti del film ossia, una donna indecisa, profondamente capricciosa ed infantile.
Infine, la società è il Roberto figlio unico della coppia protagonista della pellicola?
Un “piccolo adulto” serio, ragionevole ma profondamente cinico.
Cinismo, che secondo alcuni, porrebbe Sarri nella posizione dell’agnello sacrificale o capro espiatorio non avendo messo nelle due sessioni, estiva ed invernale, di calciomercato a disposizione del tecnico il materiale umano necessario per poter attuare il tanto decantato “Sarrismo”.
Tale atteggiamento è preludio ad un inevitabile divorzio a fine stagione tra i bianconeri ed il mister proprio come il Giovanni e la Raffaella del film?
Una cosa appare certa, la spiazzante, sincera ed anomala, per l’ambiente juventino, richiesta d’aiuto del suo tecnico: “Amore mio aiutami”.
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