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Analisi dell'articolo intitolato "Globalisation and global crises" di Assaf Razin del 23 April 2021 pubblicato in voxeu.org. Link: https://voxeu.org/article/globalisation-and-global-crises

Il capitalismo è instabile e caratterizzato da crisi finanziarie ricorrenti. Non tutte le instabilità dei mercati diventano crisi finanziarie. Tuttavia le crisi finanziarie tendono ad avere delle caratteristiche simili ovvero il credit crunch prodotto da eccesso di credito investito in asset aventi un andamento speculativo crescente. Tale condizione sottrae risorse all'economia reale e finisce per dirottare il risparmio all'investimento finanziario speculativo. Lo scoppio della bolla determina la crisi finanziaria.
La crisi da Covid19 viene considerata come la quarta crisi per gravità a partire dal 1870. Uno degli elementi che aggrava la crisi da Covid consiste nell'orientare le economie ad una qualche forma di protezionismo afferente sia la supply chain sanitaria sia la supply chain del food e dei servizi essenziali. Tuttavia, come dimostrato dall'autore, i periodi di protezionismo inducono ad una riduzione della globalizzazione definita come valore delle esportazioni globali in percentuale del prodotto interno lordo globale. Tale valore ha raggiunto il minimo nel 1945. Nel 1945 solo il 10% del prodotto interno lordo globale era scambiato nei mercati internazionali. Tuttavia dal 1945 al 2007 tale valore è cresciuto fino al 60,1%. La crisi del 2007 ha ridotto la globalizzazione. Tale fenomeno di riduzione della globalizzazione è definito slowbalization dall'autore.
La crisi da COVID19 potrebbe peggiorare la condizione del commercio internazionale. Tuttavia le politiche protezionistiche sono inadatte. Le economie produttive cercano i mercati internazionali per le esportazioni. Le economie a bassa produttività possono cercare le politiche protezionistiche per difendersi. Tuttavia, alla lunga il protezionismo riduce la capacità dei paesi di competere e riduce ulteriormente la produttività di imprese, lavoratori e settore pubblico.
L'autore sottolinea che le politiche fiscali sono necessarie per vincere contro la sfida del Covid19. In modo particolare le politiche fiscali USA sono state efficienti nel salvaguardare la condizione dei gruppi sociali deboli. Tuttavia, gli interventi in Europa sono insufficienti. Le politiche economiche europee sono troppo deboli per salvare l'economia, la produttività ed il posti di lavoro. Occorre che l'Unione Europa converga sempre di più sul modello istituzionale degli USA in modo da avere una capacità di spesa pubblica in condizione di emergenza che sia in grado di rilanciare produttività, posti di lavoro ed esportazioni evitando la trappola del protezionismo ed orientandosi verso l'esportazione.

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