Un attimo sono pronta! -
Il suo volto era sempre arrabbiato, qualsiasi cosa dicesse o facesse..
Per lei ero sempre in ritardo.
Ma in ritardo da cosa non l'ho mai capito.
Probabilmente sono lenta,
ma lenta per cosa non lo so,
Indubbiamente sono lenta
e non conosco neanche i suoi gusti,
perché sarò anche distratta e poco empatica, e allora sbaglio tutto.
Non so come debba fare
Per vivere facendoti contenta.
Ma forse, alla mia età, di 12 anni,
Ormai è difficile cambiare,
E allora, quei pomeriggi lunghi
In cui sono sola, con la lista in mano dei doveri, il pensiero di rimanere sbagliata per sempre è costante anche quando faccio un disegno, che non so fare,
O quando, metto i misteriosi oggetti della mia stanza al loro posto di sempre.
È come se la mia ombra fosse viva e mi guardasse, come se mi dicesse che son talmente sola che mi tiene compagnia lei. La cosa strana è che mi osserva tutto il tempo e delle volte parla come parli te, usa i tuoi toni e ti ruba tutto anche il suono e i gesti. Mi ripete anche lei che sono lenta e che sono un disastro.
A dire il vero non le rispondo mai, ma sabato mattina, quando andasti via in fretta sbattendo la porta di casa che ancora borbottavi parole per me, tra doveri e insulti che non sono riuscita a decifrare per quanto sono imbranata, beh quel giorno ho urlato forte alla mia ombra chiacchierona:
- Bastaaaaaaaaaaaaa! -
Finalmente.
...........
Non ho avuto pensieri per tanti minuti.
Tanto che pensavo forte a quel silenzio estraneo che per disattenzione i giochetti che mettevo al loro sempre eterno posto, mi caddero per terra.
Spalancai gli occhi.
Mi pareva una disavventura, mi fecero spaventare e poi arrabbiare.
Allo strano pagliaccetto che rideva sempre gli staccai la testa e gli dissi fortemente
- Ridi adesso senza testa! -
Guardavo le mie mani chiuse a pugni con dentro il corpo di plastica, e dalle dita fuoriusciva il collo dell'oggetto con il quale forse per la prima volta stavo interagendo. Provai Compassione per me stessa che volevo piangere, ma nell'altra mano chiusa saldamente sentivo la testa tonda del pagliaccio che mi entrava nella carne.
Ho ricominciato a pensare piano piano..
Mi son detta:
- ti sei arrabbiata con un pupazzo -
- ahahahahahah-
- ahahahahahah -
rotolavo sul tappeto tra i giochi sparsi e ridevo forte. Ridevo del disordine, della mia incapacità di creare, mi sentivo padrona di casa, inadeguata ad ogni gesto, tutto era mio però, nessuno guardava quella casa quanto me, e potevo scegliere se far parlare gli occhi con le lacrime o la bocca con rumorose risa. Non mi sentivo più sola.
Avevo la mia ombra che muta mi guardava e che avrebbe parlato solo al mio comando, ed il cadavere di un pagliaccio, che avrei spolverato e rimesso con disinvoltura al suo posto con la testa accanto ai piedi.
"La bambina lenta".