Questa volta: dal regista di "Miserere" e dallo sceneggiatore abituale di Yorgos Lanthimos, la storia di un uomo medio che fa l'"autista" e sta sempre nella sua macchina, finché non riesce più a essere efficiente e si converte alla moto: non è detto che così torni a farsi accettare, ma un modo di vivere bisogna pur cercarlo... Paradossalità, normalità deragliata, attori e macchina da presa raggelati, gesti bizzarri e humour cerebrale: ricetta greca per un film che ha qualcosa da dire sull'identità e la ricerca di un posto nel mondo attraverso il cambiamento (quanto voluto?).
Poi, dal cinema rumeno del post-dittatura un film all'epoca apprezzato, sull'incontro fra una donna momentaneamente sola e il guardiano di un faro: poco tempo condiviso e un amore che sboccia appena, dentro un esordio delicato e pudico, in bianco e nero e con ambientazioni forti, tra la vista sul mare e un po' di città.