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Guerra di religione fra nonna e nipote

Mia nonna, con quel suo onnipresente vestito nero, una vita a lutto, mi riempiva di ordini da eseguire. La vita è fatta di regole, ma ci ispiriamo e aspiriamo alle eccezioni. Per non farmi seppellire da quella montagna di precetti ho sviluppato da allora un pavido e mediocre senso d’insubordinazione e rifiuto delle gerarchie. Tutte le tavole della legge che mi son trovato a dover osservare, nella vita di adulto, le ho sempre immaginate scritte sul ghiaccio, ma le ho sempre o quasi, comunque, ahimè, rispettate. Un rivoluzionario senza palle. Mia nonna mi portava un giorno sì e uno no a messa. Era fissata con Gesù, la Madonna e Tutti i Santi. Lei aveva in mano il suo rosario e io il mio camioncino. Già da allora, con quel giocattolo semplicissimo manifestavo, inconsapevolmente, il mio no alle statue. Lei aveva la testa piegata a recitare le stesse preghiere di sempre, da sempre, e io steso sulle panche della chiesa a immaginare viaggi interminabili col mio camioncino. Era la nostra guerra di religione.
( da "Il giardino dei dispari" di Leo Tenneriello)