David Ginola, in quattro parole, “il bello del calcio”. Non si tratta di un epiteto fuorviante, questa espressione mette a fuoco perfettamente ciò che Ginola ha rappresentato nell’immaginario collettivo degli anni ’90. Ginola incarna il bello, nel senso estetico del termine: occhi azzurri e fisico scultoreo, oggetto del desiderio dell’universo femminile a tal punto che viene da chiedersi se la sua faccia non sia più adatta a calcare il red carpet hollywoodiano oppure a girovagare in tour per gli stadi d’Europa piuttosto che a battagliare nel fango dei campi di calcio inglesi di metà anni’90. E invece no, David sa giocare maledettamente bene a calcio. Per questo non lo si può definire un bello qualsiasi, ma “il bello del calcio”: perché vedere Ginola correre, dribblare, incunearsi nelle difese avversarie con la leggerezza e la classe di un principe è uno spettacolo stupendo, migliore di qualsiasi biglietto che chiunque sarebbe disposto a pagare per vederlo recitare al cinema o cantare in concerto.