Nell’intervista al Telefono Patrick Tuttofuoco (Milano 1974) ripercorre gli elementi emblematici
che connotano la sua poetica. Dagli studi di architettura l’artista si avvicina alla pratica artistica
attraverso un processo liberatorio che inizia con Corrado Levi: “Mi sono iscritto al suo corso di
progettazione architettonica, lui mi ha riportato su delle pratiche e degli approcci nei confronti
non tanto del progetto ma della vita in un senso più ampio che erano un processo di osmosi con
l’arte”, racconta.
Nel suo lavoro l’artista reinventa oggetti e materiali, perlopiù provenienti dall’edilizia o da
contesti più vicini all’architettura, utilizzando processi costruttivi mutuati dall’industria, per
veicolare altre informazioni. Negli anni, utilizza una moltitudine di materiali sintetici e industriali
senza mai abbandonare l’utilizzo della luce, che intende come passaggio di energia, molto
vicina a quella che è la natura umana: “prodotto di un’infinità di riflessi che si accumulano”.
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Monologhi al Telefono è una rubrica di Donatella Giordano che raccoglie interviste agli artisti.
L’intervista viene registrata integralmente ma la pubblicazione avviene in seguito a un attento
processo di editing che trasforma la conversazione in un monologo. Questo riadattamento
nasce con l’idea di trasformare l’utente in interlocutore, che avrà così l’impressione di trovarsi al
telefono con l’artista. Il sistema applicato vuole superare il concetto dell’intervista classica a
favore di un approccio che azzera la distanze e contamina due formati: il podcast e la
telefonata.
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