Succede che ciò che non viene nominato tende ad essere meno visibile agli occhi delle persone. Per questo parliamo di linguaggio di genere. Il linguaggio è il mezzo del pensiero e se parliamo femminista pensiamo femminista e avremo meno difficoltà a proiettare donne nei più svariati ruoli lavorativi, che siano o meno di leadership.
Sindaca, assessora, ministra, addirittura arbitra. Dal 1987 queste sono le femminilizzazioni ritenute corrette e presentate alla presidenza del Consiglio dei Ministri da Alma Sabatini. Il linguaggio di genere e le varie alternative antisessiste studiate dalla sociolinguista Vera Gheno servono per aiutarci a capire che il femminismo passa anche dal linguaggio e da come ci esprimiamo.
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