Nel giugno del 363 Roma si trova in un momento critico: la campagna contro l'impero sasanide si è rivelata più difficoltosa del previsto e l'esercito è ad un passo dalla disfatta. Il 26 di quel mese, lo stesso imperatore Giuliano (meglio noto come Giuliano l'Apostata) cade vittima di un'incursione nemica. I generali si vedono costretti ad eleggere un nuovo imperatore. Vengono proposti vari nomi, ma bisogna fare in fretta. Viene così acclamato Gioviano, comandante dei protectores domestici (la guardia a cavallo dell'imperatore), noto più per le glorie paterne che per quelle personali. Di tutti questi eventi è testimone lo storico Ammiano Marcellino, esponente dell'élite provinciale antiochena, il quale partecipò alla campagna di Giuliano come alto ufficiale. Vent'anni dopo, a Roma, Ammiano scriverà la sua opera storiografica. Il giudizio su Gioviano sarà lapidario. Ma Ammiano è un pagano in un impero ormai profondamente cristianizzato, e di certo le sue simpatie non possono andare ad un imperatore, dichiaratamente cristiano, che smantellò sistematicamente il tentativo di restaurazione pagana attuato dal suo predecessore. La traduzione di Ammiano è di Antonio Selem per UTET.
Qui dalla voce di Luca De Curtis.
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