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La ragazza che uccide due neonati, ma che fuori era una babysitter modello, il ragazzo con il sogno del rap, quello di buona famiglia: tutti uniti dalla stessa scia di sangue, cioè aver ucciso “per noia”, per “vedere cosa si provava” o senza apparente motivo. Nel giro di poco tempo la cronaca nera è stata letteralmente invasa dai volti di giovani assassini, anche minorenni, che distruggono la propria vita e quella degli altri senza apparentemente provare nulla.  Perché e quali sono i fattori scatenanti? Ne parliamo con lo psicologo Giampiero Sartarelli.