L’invio di armi in Ucraina prosegue, sia da parte Usa che da parte dell’Unione Europea. La partita si fa sempre più dura, sia per quanto riguarda l'esborso economico richiesto agli Stati membri sia per la pericolosità delle armi inviate, come le bombe a grappolo che gli Usa hanno deciso di spedire in Ucraina. Quale momento migliore dunque per far sentire la propria voce di cittadini e dire no a questa escalation violenta? La raccolta firme per il referendum contro l’invio di armi poteva essere l’occasione giusta, che però in molti non hanno colto. Un po’ ha pesato la scarsa informazione data dai media generalisti, dall’altra quella che Ugo Mattei ha definito “immaturità politica” di una parte della popolazione. In ogni caso, è stato anche un momento di grande unione e impegno da parte di attivisti e comuni cittadini che hanno donato il proprio tempo al “bene pubblico”, stavolta per davvero.